False vaccinazioni: «Non faceva il suo lavoro», Petrillo fu sospesa dall’Usl

Il provvedimento ufficiale a febbraio: undici giorni a casa senza stipendio
Borin Montebelluna conferenza stampa avv. Salandin con Emanuela Petrillo
Borin Montebelluna conferenza stampa avv. Salandin con Emanuela Petrillo

TREVISO. Undici giorni di sospensione. Questa la punizione che è stata inflitta all’inizio dell’anno a Emanuela Petrillo quando l’azienda scoprì che l’assistente sanitaria, che aveva da poco trasferito dall’ambulatorio vaccini a seguito dei pesanti sospetti sul suo operato, non effettuava il suo lavoro.

False vaccinazioni a Treviso: la difesa di Emanuela Petrillo, "Ho sempre vaccinato"

Una sospensione decisa dopo la riunione di una apposita commissione disciplinare che analizzò tutti i dati e i fatti messi nero su bianco da una seconda indagine interna fatta a seguito di nuove segnalazioni sull’assistente sanitaria oggi accusata di peculato e falso ideologico. «Una vecchia storia che era stata già chiusa e chiarita», la liquidò la Petrillo rispondendo al nostro giornale che le chiedeva conto della voce – perché tale era allora – che raccontava come non rispondesse alle telefonate del centro di prenotazione vaccini dove aveva prestato servizio. La storia era stata chiusa, sì, ma non specificò come.

Scandalo vaccini a Treviso, primi test dell’indagine
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM LA MADONNINA, DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE, VACCINAZIONI

Il “come” è stato l’allontanamento dal luogo di lavoro dal 1 febbraio del 2017 per quasi due settimane, senza stipendio. Un provvedimento che l’assistente sanitaria incassò senza fare ricorso, forse anche a fronte delle tante segnalazioni di telefoni sempre occupati, chiamate senza risposta, attese e rinvii che l’azienda sanitaria aveva raccolto in una sorta di dossier. Rientrata a lavoro, la Petrillo è stata così spostata per la seconda volta, «in un ufficio dove non avesse alcun contatto col pubblico» specificò l’azienda sanitaria. «Non mi hanno mai dato spiegazioni», ha incalzato l’assistente sanitaria quando le si è chiesto conto di questo suo continuo spostarla da incarico a incarico. Ma a leggere le carte qualche spiegazione c’era, e pure ufficiale, notificata a lei e «agli atti» come si suol dire.

Lo si può considerare un dettaglio, anche estraneo alla vicenda dei vaccini, ma difficilmente ignorabile nell’ambito di una inchiesta che ad oggi vede opporsi i dati delle analisi mediche effettuate sui campioni di sangue prelevati ai bambini vaccinati (o non vaccinati) dalla Petrillo, e le sue dichiarazioni di innocenza. Giovedì sera, durante la riunione pubblica convocata dall’Usl 2 sul caso vaccini a Treviso, l’azienda sanitaria ha tenuto a specificare come i test fossero stati fatti su bimbi cui erano stati somministrate dosi della stessa partita di vaccino, «e che non esistano dubbi sulla sua efficacia» come invece sollevato dalla difesa della Petrillo. Ma tant’è, adesso la battaglia si gioca su due fronti. Il primo è il laboratorio.

Scandalo vaccini a Treviso: Petrillo è accusata di peculato e falso
Devolanski Montebelluna conferenza stampa avv. Salandin con Emanuela Petrillo

Nei giorni scorsi i carabinieri del Nas hanno sequestrato il registro elettronico delle vaccinazioni, che contiene lo storico e l'indicazione degli autori delle profilassi effettuate al dipartimento di Prevenzione di Treviso. Il materiale informatico, ora a disposizione dell'autorità giudiziaria, sarà utile per ricostruire le sedute vaccinali compiute dagli operatori della Madonnina tra il gennaio e in giugno del 2016, periodo in cui l'assistente sanitaria Emanuela Petrillo ha seguito 500 bambini trevigiani. I registri, di fatto, collegano la Petrillo a determinati bambini e quindi la possono collegare direttamente a determinate mancate vaccinazioni. Lei, su questo punto, ha ribattuto dicendo che «i registri possono non essere attendibili, ogni tanto accede al registro un operatore, ma il vaccino lo fa un altro».

E qui il secondo fronte: la statistica. Possono 21 bambini su 25 vaccinati dalla Petrillo non avere traccia di anticorpi come accertato dall’esame fatto nell’aprile scorso? Venendo ad oggi una nuova risposta si attende dal confronto in atto tra altri 106 bimbi: 53 vaccinati dall’assistente sanitaria, altri 53 da altri operatori. E poi c’è il caso Friuli: su 200 vaccinati da lei, 60 senza anticorpi.

 

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