«Via Roma non basta», a Treviso residenti e commercianti chiedono più zone rosse
Ancora tensione in via Collalto. Per Fratelli d’Italia via Roma non basta. L’avvocato Fabio Crea: «Zone rosse ricorda il Covid. Chiamiamole zone di rigenerazione»

Un gruppetto di ragazzi molesti e visibilmente ubriachi, accerchiati da una sfilza di auto di carabinieri, polizia e pure la camionetta dell’Esercito.
Venerdì sera i trevigiani in uscita dal Teatro Comunale non hanno potuto evitare di imbattersi nell’ennesimo parapiglia scoppiato in via Collalto.
Tanto che fra residenti e commercianti c’è chi auspica che il perimetro della tanto dibattuta zona rossa, da via Roma, si allarghi fino qui.
Fra questi c’è il titolare del bar Da Angelo da cui venerdì, verso le 21, è partita la richiesta di intervento alle forze dell’ordine.
La testimonianza del barista
«La situazione stava degenerando, c’è mancato poco che venissero alle mani» racconta ripercorrendo una scena già vista. L’ultima volta davanti al bar sono volate bottiglie e sgabelli. «Erano i soliti quattro-cinque che bazzicano fra qui e il Pam in via Zorzetto.
Quando hanno iniziato a dare in escandescenza ho afferrato il telefono. Troppo rischioso tergiversare» prosegue l’esercente, che rifiuta di abituarsi a questa “normalità”. «Ben venga la zona rossa in via Roma, ma serve un presidio fisso anche qui o comunque una misura di controllo più severa».
Venerdì è bastata la chiamata alla polizia locale per attirare all’imbocco di via Collalto uno stuolo di agenti e militari che hanno provveduto all’identificazione dei ragazzi esagitati. Fra questi anche i due fratelli magrebini già denunciati per l’aggressione al proprietario dell’Istanbul City Kebab e destinatari di un divieto di avvicinamento ai locali pubblici in via Roma. Oltre a loro, gli agenti hanno identificato un minorenne di Chioggia, in appoggio ad una comunità in provincia di Treviso, che è stato segnalato alla Procura per ubriachezza molesta.
«I residenti vogliono andarsene»
L’ipotesi di allargare la zona rossa trova ampia sponda nelle file del centrodestra, in particolare tra i meloniani.
«Fra i residenti in via Collalto c’è chi sta seriamente pensando di trasferirsi altrove: la loro sicurezza deve tornare ad essere una priorità – tuona il consigliere comunale di FdI Alberto Ciamini– Da questo punto di vista ben venga l’ipotesi caldeggiata dagli esercenti di allargare la zona, dando alle forze dell’ordine uno strumento in più per allontanare chi crea problemi pensando di farla franca.
Prendiamo i due fratelli magrebini già protagonisti, un mese fa, di una brutale aggressione a colpi di bottiglia ai danni di un esercente turco – prosegue Ciamini– Nonostante il daspo urbano, continuano a circolare liberamente in città, contribuendo a creare situazioni di degrado e insicurezza. Il problema – conclude – è che non si fermano neppure davanti alle forze dell’ordine.
Venerdì uno dei ragazzi ha urlato addosso ad un agente, sfidandolo a togliersi la divisa e a vedersela fra loro. Un’arroganza che genera dal senso di impunità».
«Non chiamiamole zone rosse»
L’idea di allargare il perimetro della zona soggetta alla direttiva del ministro dell’Interno trova piena approvazione anche da parte dell’avvocato Fabio Crea.
«Ribadisco il mio plauso all’individuazione dello strumento della cosiddetta zona rossa e al suo ampliamento anche, e non solo, fino in via Collalto» prosegue l’avvocato, volto di spicco dei meloniani a Treviso.
«A quanti sono contrari, perché sostengono che il problema da via Roma si sposterà altrove, rispondo che se si lasciano le cose come sono non si fa altro che creare dei ghetti: è troppo comodo permettere che certe zone diventino dei contenitori di tutto ciò che non deve riversarsi in altre zone del centro.
Comprendo – conclude – che il termine zona rossa, di covidiana memoria, evochi pensieri negativi, di interdizione all’ingresso, di transennamenti, di coprifuoco, di utilizzo di check point.
Pertanto, applichiamo, estendiamo questo strumento, ma definendolo in modo diverso e più positivo: zone urbane di rigenerazione, ad esempio».
Mentre il dibattito sulla sicurezza tiene banco, si avvicina il vertice in Prefettura che, dopo mesi d’attesa, è stato fissato a martedì prossimo. Obiettivo del tavolo fra il prefetto, le forze dell’ordine e il sindaco è stabilire i termini per l’attuazione della zona rossa in via sperimentale, a partire da quest’estate.
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