Migranti sulle pubblicità di Benetton. Scontro tra Salvini e Toscani

Ecco le foto firmate da Oliviero Toscani per la campagna Benetton. Gli scatti ritraggono due momenti dei viaggi disperati dei migranti che fuggono dalle loro terre
TREVISO. Insulti, a volte pesanti e gratuiti, ma anche approvazione e partecipazione. Le foto utilizzate da Oliviero Toscani per l'ultima campagna pubblicitaria di Benetton, come è ovvio, hanno suscitato accese polemiche in Rete.
 
E' intervenuto anche il ministro Salvini che ha definito "squallida" la pubblicità di Benetton. Immediata la risposta di Toscani:"Salvini secondo voi è da prendere sul serio? Ormai ha preso il posto di Crozza. Crozza ormai non ha più lavoro, poveretto, bisognerà fare qualcosa perchè c'è Salvini che gli sta portando via lo spazio". Così si  espresso il fotografo di Benetton Oliviero Toscani, commentando ai microfoni di Radio Padova. 
 
Oliviero Toscani, ecco le campagne choc
 
"Per cosa Salvini potrebbe essere un buon testimonial? per la carta igienica" ha detto Toscani rispondendo ad una domanda dei conduttori del programma.
 
Gli scatti ritraggono due momenti dei viaggi disperati dei migranti che fuggono dalle loro terre. In uno, in primo piano c'è un gommone carico di persone con indosso il giubbotto di salvataggio, in attesa di essere trasbordate in salvo.
 
 
Nel secondo scatto, i migranti sono sbarcati: donne e bambini in fila e una operatrice della Croce Rossa che li guida. Secondo Toscani, che per la United Colors of Benetton è stato autore in passato di campagne molto provocatorie, le foto "incriminate" hanno l'obiettivo di un memento, "uno scatto per rendersi conto - ha detto - di quello che sta succedendo, cosa di cui forse non si rendono conto quelli che sono al governo".I "leoni da tastiera" della Rete non hanno perso tempo. Subito i due post dell'azienda sono stati invasi da innumerevoli commenti negativi.
 
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"Fateli lavorare là", "L'Italia non è abbastanza grande per diventare la vice Africa", "fate lavorare gli italiani prima", sono solo alcune voci, le più innocue, contro Toscani. Ma c'è anche chi ha elogiato le due foto ricordando come sia "urgente trovare la forza di difendere l'imprescindibile rispetto per la dignità di ogni vita umana e la salvaguardia dei principi di uguaglianza e giustizia".
 
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Oliviero Toscani, del resto, con la Benetton, ha già provocatoriamente fatto parlare di sè con campagne definite a volte "al limite". Dal 1982 al 2000 le sue foto choc hanno ricevuto consensi internazionali e hanno fatto discutere.
 
La più celebre, quella della piccola Giusy, mentre viene alla luce, sporca di sangue e ancora con il cordone ombelicale attaccato. Ma sono tante le foto-denuncia, contro l'Aids, la pena di morte, la guerra. Tra i numerosi scatti oggetto di indignazione e consenso al tempo stesso, quello del 1994, degli indumenti insanguinati di Marinko Gagro, ucciso nella guerra in Bosnia; il ritratto di David Kirby, malato morente di Aids nella sua stanza dell'Ohio State University Hospital, nel maggio del 1990, circondato dai familiari. E ancora: il soldato nero, ripreso di schiena con un mitra sulle spalle, mentre impugna un femore umano e il drammatico sbarco della Vlora, carica di albanesi, nell'agosto del 1991 a Bari.
 
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"Non sono un venditore, nè voglio fare pubblicità, voglio sono essere un testimone del mio tempo", ha sottolineato Toscani. E, se il confine tra marketing e foto-denuncia è labile, di certo Toscani ha soverchiato i canoni pubblicitari testimoniando i drammi dell'umanità. "Wecome back", bentornato, è il commento di Paolo Iabichino, uno dei pubblicitari più influenti in Italia, alla campagna di Toscani.
 
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