L'incendio alla Milldue di Riese: ecco cosa resta dopo il rogo, danni per milioni
RIESE.
Cinquemila metri quadrati completamente cancellati in poco meno di un'ora: un incendio di grandi dimensioni ha distrutto la parte produttiva della Milldue, una delle eccellenze mondiali nel settore dell'arredo-bagno.
Milioni di euro di danni, la struttura è collassata. Le fiamme sono divampate alle 12.40 di ieri nello stabilimento di via Balegante, nella zona industriale di Riese Pio X. Sul posto, nel timore che vi fossero persone ferite o intossicate, sono arrivate due ambulanze e l’elicottero del Suem 118 giunto da Treviso. Ma il rogo si è sviluppato durante la pausa pranzo, quando in fabbrica non era rimasto quasi più nessuno.
Rogo alla Milldue di Riese, decine di mezzi di soccorso
Tra le persone presenti titolare della fabbrica, Giorgio Brescacin e il padre Mario, che aveva fondato l'azienda 41 anni fa. I più sconvolti dall’accaduto. Al momento non si conoscono le cause che hanno fatto scatenare le fiamme: e ogni ipotesi al momento lascia il tempo che trova. Per una coincidenza la parte produttiva era ferma: la ripresa del lavoro dopo il periodo natalizio era infatti dedicata all'inventario. Proprio questo ha permesso che nessuno degli operai venisse coinvolto nel rogo: tutti se ne erano andati a mezzogiorno per la pausa pranzo. Le fiamme sono divampate proprio durante questo intervallo di tempo.
All'interno, nella parte direzionale dell'azienda che le fiamme hanno risparmiato grazie al lavoro dei vigili del fuoco, erano rimasti solo il titolare, il padre, un cliente passato a salutare, una impiegata del commerciale estero e tre operai che avevano deciso ugualmente di utilizzare la sala mensa nell’intervallo.
L'allarme è scattato via telefonino: i sensori segnalavano una anomalia nel sistema di televigilanza e l’allarme è arrivato sul telefonino dei titolari. Tutto si pensava ma non che fosse in corso un incendio di quelle proporzioni: Mario Brescacin è subito corso a vedere che cosa era successo: «Era impossibile entrare, troppo fumo». Qualche minuto dopo sono arrivati i primi mezzi dei vigili del fuoco, le ambulanze e l'elisoccorso: una mobilitazione che ha seguito il protocollo di emergenza di questi casi. Nella fabbrica avrebbero potuto trovarsi delle persone in difficoltà e dunque è scattata una procedura da codice rosso. Per fortuna, sia l’elisoccorso che le ambulanze sono rientrate senza pazienti. Intanto dalla zona industriale di Riese una altissima colonna di fumo si è levata nel cielo, visibile a chilometri di distanza. Decine e decine di persone, richiamate dalla colonna di fumo, si sono precipitate sul posto.
Riese, le lacrime del titolare della Milldue di Riese, devastata da un incendio
Tra i primi i dipendenti dell'azienda che avrebbero dovuto prendere servizio poco dopo: hanno aiutato nelle operazioni di soccorso insieme ai titolari. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Castelfranco e la polizia locale della Marca Occidentale, per la gestione del traffico e delle vie di accesso per i mezzi di soccorso, giunti da mezzo Veneto: Mestre, Padova, Treviso, Cittadella e, naturalmente, Castelfranco e Asolo. Sei squadre con trenta persone complessive. Tra i primi ad arrivare il sindaco di Riese, Matteo Guidolin, con l’assessore Natascia Porcellato. E il sindaco di Loria Silvano Marchiori, quello di Godego Nicoletti. La preoccupazione che quella alta, minacciosa, colonna di fumo potesse disperdere sostanze pericolose per la salute ha fatto sì che il Comune di Riese emettesse un messaggio di allerta: i cittadini sono stati invitati a rimanere a titolo cautelativo chiusi in casa, tenendo chiuse porte e finestre.
L'azienda produce mobili da arredo bagno: c'è il rischio che anche il reparto verniciatura potesse essere stato coinvolto dalle fiamme, che fino a quel momento avevano reso inaccessibile ai vigili del fuoco l'interno dello stabilimento. Il primo lavoro dei vigili del fuoco è stato proprio quello di salvaguardare la zona verniciatura proprio per impedire che l'incendio si propagasse ulteriormente, causando scoppi e il diffondersi di sostanze inquinanti: ce la faranno in poche ore, operando alacremente con gli idranti, le autoscale, arriva anche la «chilolitrica» dei vigili del fuoco, un grande autocisterna in uso negli aeroporti. Ma lo stabilimento, piegato dal rogo, resiste fino a metà pomeriggio, quando si accascia su se stessa. La domanda che rimane sospesa, nell’aria acredi Riese, è: come è potuto accadere che il fuoco abbia divorato migliaia di metri quadrati in così pochi minuti?