Cartella Equitalia da 3,7 milioni per il broker della truffa ai Vip

Dopo i sei anni di condanna inflitti in aprile dal Tribunale di Treviso, per Daniele Vidotto arriva ora la maxi stangata dell’Agenzia delle Entrate che per tramite di Equitalia ha inviato all’ex promotore finanziario trevigiano una cartella esattoriale da oltre 3 milioni di euro.
Il conto, salatissimo, per il broker che nel 2010 ha truffato decine di benestanti trevigiani e la sua stessa banca (la Credit Suisse) intascando milioni che avrebbero dovuto essere investiti invece in fondi e azioni, deriva dalla somma tra tasse non pagate, penali e sanzioni varie calcolate sulla base degli elementi positivi di reddito conteggiati dalla Guardia di Finanza al termine dell’inchiesta sul promotore finanziario. In sostanza, l’Agenzia dell’Entrate ha presentato il conto chiedendo al broker di pagare il dovuto allo Stato per tutta la ricchezza accumulata ai danni dei clienti frodati, aggiungendo a questa le multe per le dichiarazioni mendaci e le omissioni che gli hanno permesso, negli anni, di nascondere i soldi di cui si era appropriato.
Il conto fatto dall’agenzia è per la precisione di 3.783.472,19 euro. Una fortuna, che forse Vidotto non salderà mai visto che ad oggi, del tesoro sottratto ai clienti a suon di carte false promesse, non vi è traccia. Si tratta di circa 6 milioni di euro accumulati assicurando “investimenti redditizi” a clienti facoltosi, fondi “altamente remunerativi” il cui saldo veniva realizzato ad arte dallo stesso Vidotto su carta intestata Credit Suisse. Somme incassate attraverso assegni circolari che Vidotto avrebbe almeno in parte “ripulito” attraverso un amico coneglianese (l’indagine per ricettazione aperta nei suoi confronti è stata però archiviata); in parte finiti chissà dove. Un castello di carte che è crollato, miseramente, non appena alcuni clienti hanno chiesto di rientrare dei soldi, una domanda che ha costretto Vidotto a liquidare alcuni, lasciando a bocca asciutta altri perché i soldi, nel frattempo, erano stati spesi o dati ad altri.
La Consob ha radiato dall’albo il promotore nel luglio 2014. Una pioggia di cause civili degli ex facoltosi clienti sono attualmente in corso: chiamato in causa anche l’istituto di credito reo di non aver adottato adeguati sistemi di protezione.
A processo Vidotto, difeso dall’avvocato Luigi Fadalti, ha dovuto rispondere di un’appropriazione indebita, truffa e frode per soli due milioni e mezzo a fronte di un buco di sei (l’uomo è già ricorso in appello). Molte delle contestazioni sono erano state archiviate perché già prescritte. Vidotto era finito alla sbarra anche per evasione fiscale sulle somme indebitamente sottratte (non avrebbe dichiarato elementi attivi per 3 milioni di euro). Da quest’accusa era stato assolto: secondo il giudice i fatti non costituivano reato. Ma Equitalia non la pensa così.
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