Così Silvia si trasforma in Taylor Swift

La 25enne opitergina Silvia Randazzo, in arte Jalisia Dollson, sta spopolando in tutta Europa: «In Austria e in Romania concerti davanti a 5 mila fan con le canzoni dell’icona del pop»

Tommaso Miele
Silvia Randazzo e i selfie con i fans
Silvia Randazzo e i selfie con i fans

Taylor Experience, la prima tribute band europea nata in Italia nel 2025 dedicata a ricreare la magia, l’emozione e l’energia della musica di Taylor Swift dal vivo sul palco. Al centro di Taylor Experience c’è una cantante carismatica che non solo incarna la voce e lo stile iconici di Taylor Swift, ma affascina anche il pubblico con la sua dinamica presenza scenica e le sue appassionate esibizioni di danza, dando vita all’essenza delle “Ere” di Taylor”.

Quella cantante e quell’interprete a 360 gradi descritta nella “bio” ufficiale del gruppo è Jalisia Dollson (al secolo la 25enne opitergina Silvia Randazzo), che, affiancata da una band dal vivo di alto livello e da due ballerine talentuose crea un’esperienza visivamente e musicalmente coinvolgente sui palchi di tutta Europa. Dalle ballate country agli inni pop elettrizzanti, lo spettacolo porta i successi dell’icona planetaria del pop: a cucire il tutto è Silvia-Jalisia. Partita da lontano.

Silvia, poco più di un anno e mezzo fa dedicava la sua “Che male c’è?” a Giulia Cecchettin.

«Sì, avevo portato il brano ad Area Sanremo: dopo il femminicidio di Giulia era scattato qualcosa in me, una molla che mi aveva fatto immedesimare nelle ansie e nelle paure di quella giovane sfortunata donna... Ho vissuto dei momenti intensissimi grazie a quella canzone, che porto sempre con me».

E adesso è arrivata l’epoca di Taylor Swift.

«Sì, nell’ultimo anno e mezzo sono riuscita a trovare le persone giuste per creare e portare avanti questo progetto dedicato integralmente a lei, senza dubbio la mia artista di riferimento. Un percorso iniziato nel giorno in cui ho assistito a un suo concerto a San Siro, esattamente un anno fa: cercavo musicisti, e li ho trovati tra i fan. Abbiamo iniziato a provare mettendo su, come si suol dire, uno spettacolo in circa sei mesi: un grande lavoro che devo dire ci sta regalando una gioia assurda».

La cantante Silvia Randazzo
La cantante Silvia Randazzo

Che spettacolo proponete?

«In buona parte è ispirato all’ultimo tour di Taylor. Non siamo però una classica tribute band che si limita ad eseguire le canzoni: è uno show vero e proprio con continui cambi d’abito e i costumi creati da me. Un progetto completo che arriva da una serie di motivazioni personali, piazzandosi al momento giusto nel posto giusto. Da parte mia c’è grande ammirazione per l’artista, ma sento che non la voglio imitare. C’è un bel lavoro fatto sugli arrangiamenti, oltre che sulle coreografie che si vedono sul palco: è un viaggio nelle “Ere” della sua produzione, che dura due ore e mezzo con una trentina di canzoni».

Nella vita di tutti i giorni di cosa si occupa?

«Sono di Oderzo e lavoro nel settore moda come modellista: questo fa capire anche la mia felicità nel poter disegnare e creare gli abiti con cui poi mi esibisco. Ma la realtà è che il progetto Taylor Experience mi sta prendendo sempre più tempo, e con la band stiamo girando davvero tanto. È un lavoro a tempo pieno ormai».

Dove vi siete esibiti di recente?

«Da aprile abbiamo già fatto undici date: siamo partiti da Castelbrando, a pochi chilometri da casa, e abbiamo toccato poi la Baviera, la Svizzera, la Germania, l’Austria e la Romania. Una delle pagine ufficiali che segue Taylor Swift a livello mondiale ci ha contattati per pubblicare nelle loro storie alcuni nostri contenuti... bellissimo. Alla fine dell’estate saranno più di una ventina di date, e in agosto saremo nuovamente in Germania. È quasi da non credere quando a fine concerto ci sono delle persone che ci avvicinano per dirci che si sono riconosciuti in qualcosa: magari tanti ragazzi non hanno avuto la possibilità di assistere a un suo live per motivi economici o a causa della difficile reperibilità dei biglietti. La soddisfazione nel regalare un’opportunità di gioia e di svago da parte nostra è davvero tanta».

Come è nato il suo amore travolgente per Taylor Swift?

«Avevo più o meno 13 anni, ma ho sempre ascoltato musica anche perché mio padre canta, è autore e interprete. Il primo episodio che ricordo: una compagna di classe mi regalò un giornalino con un poster di una cantante. Era proprio Taylor, non la conoscevo e mi sono subito appassionata a lei iniziando ad ascoltare tutte le sue canzoni. Da quel momento in poi mi sono sempre più focalizzata su quello che ha fatto: è una grande artista, versatile, al di là dei generi trovo che abbia sempre avuto un filo conduttore. Soprattutto è una persona vera, sensibile, che arriva alle persone grazie ai testi. Le sue canzoni hanno fatto da colonna sonora della vita di tante persone, e ognuno di quelli che la ascolta può dire di identificarsi nelle sue storie. Tra l’altro si è appassionata anche mia sorella, che è più piccola di me, e sono riuscita a portarla al concerto di Milano. Un bel colpaccio».

All’estero il pubblico è numeroso?

«In Austria ci siamo trovati a suonare di fronte a 5 mila persone, in Romania erano 3 mila... dipende anche dalle situazioni. Anche la durata dello show è modulabile: se ci capita di esibirci all’interno di un festival o di una rassegna che include anche altri artisti ovviamente il set è più ristretto».

Dopo la canzone dedicata a Giulia Cecchettin tornerà a scrivere anche qualche nuovo brano inedito?

«Scrivo ancora qualcosa di mio, ma sono anche onesta: da qualche mese mi sto dedicando solamente a questo nuovo progetto. Credo sia indispensabile fare le cose una alla volta, e Taylor Experience per me è qualcosa di importante: nei momenti in cui mi trovo sul palco da sola, con la chitarra nella parentesi titolata “Surprise songs”, sento di essere nella mia dimensione ideale. Quella che va oltre il tributo, che contiene qualcosa di mio». 

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Chi è

Silvia Randazzo, 25 anni, di Oderzo: nella vita di tutti i giorni un lavoro nel settore della moda e una passione per la musica e le canzoni di Taylor Swift, ormai trasformata in un lavoro a tempo pieno.

Lei in arte è Jalisia Dollson: un amore travolgente per le sette note, con l'apprendimento della chitarra e del pianoforte da autodidatta e la scrittura delle prime canzoni ispirata anche da Bruno Mars e The Weeknd.

Poi, a inizio 2024, la svolta: l'uscita di "Che male c'è?", brano dedicato alla memoria di Giulia Cecchettin transitato per Area Sanremo, seguito dal tuffo anima e corpo nelle "Ere" dell'artista simbolo del pop mondiale.

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