Oscar e il suo giardino di Natale a San Fior

Da oltre quattro decenni Bontempo addobba la sua casa con 130 mila luci: «Così penso a mia figlia Elisa, che vive in Giappone, e a tutti i bimbi che sognano la felicità»

Diego Bortolotto
Oscar Bontempo di San Fior
Oscar Bontempo di San Fior

Se Babbo Natale fosse trevigiano, potrebbe essere Oscar Bontempo. Non tanto per il suo aspetto fisico, che con quella barba bianca ricorda Santa Claus. Ma per la sua semplicità, il suo spirito familiare, il desiderio di fare felici i bambini senza voler nulla in cambio, se non vederli sorridere e i loro occhi brillare di gioia.

Lui da 44 anni dona il suo villaggio natalizio a chiunque passi davanti alla sua abitazione.

Il giardino in via Diaz a San Fior è addobbato da interminabili file di luminarie. Ogni genere di decorazione, stelle, renne, babbi natale e slitte, sono posati sul terreno, tra i rami di piante, sopra i cespugli. Il “Natale da Oscar” si è diventato famoso con il passaparola, di bambino in bambino, tra le mamme e i papà, trasformandosi negli anni, crescendo e diventando sempre più luccicante.

Per due annate, tra lockdown e rincaro dei costi energetici, Bontempo aveva dovuto sospendere lo spettacolo di luci. Dal Natale 2023 ha riacceso l'emozione e in questa edizione ha raggiunto il nuovo record di 130mila led: una bolletta da capogiro, almeno ci sono degli sponsor che gli danno una mano...

Si passa davanti alla sua casa e ci si può fermare quanto si vuole. Lui un po' schivo e riservato, al contrario non ha mai amato le luci della ribalta. Non vuole apparire o essere il protagonista, non l'ha mai fatta diventare un'attrazione turistica. Se si ha la fortuna di incrociarlo davanti a casa, Oscar dona anche qualche dolciume ai bimbi. Un po' appunto come Babbo Natale.

C'è chi in via Diaz ci andava da piccolo e adesso da adulto ci porta i nonni, perchè la magia che regala il Natale da lei, Oscar, va oltre le età e generazioni.

Oscar, come le era venuta l'idea di allestire la sua casa a tema natalizio?

«Tutto è iniziato quando era nata mia figlia Elisa, nel dicembre 1981, la passione era giunta così, insieme alla sua venuta. All'inizio era diverso, avevo incominciato sulle scale a realizzare presepi e delle combinazioni di luci (per accedere al primo piano dell'abitazione c'è una scalinata, ndr). Da lì ogni anno ho iniziato ad aggiungere qualcosa in più e poi ho continuato, sempre. E siamo arrivati ad oggi, la storia è sempre la stessa».

Come dice lei, la storia si ripete anno dopo anno, ma c'è sempre qualcosa di innovativo. Ma perchè lo fa?

«Da anni mia figlia vive e lavora in Giappone, mia moglie in questo periodo si trova lì, è andata a trovarla. Quando mia figlia è diventata adulta ho proseguito per gli altri bambini della zona. Ormai è diventata come tradizione, più che una passione. Lo sento quasi come fosse un dovere, non posso deludere i bimbi. Non è semplice, con gli acciacchi dell'età è sempre più difficile, sono sulla strada dei 78 anni. Ma per rendere felice i bambini, mantenere e rispettare la tradizione, devo farlo per loro. Tra la sistemazione e pulizia del giardino, mettere l'illuminazione e tutti gli addobbi e poi toglierli, servono più o meno tre mesi di lavoro. Quest'anno sono circa 130 mila luci, cerco di mettere sempre qualcosa di nuovo, sono 10 mila in più dell'anno scorso».

Tutto in autonomia?

«Sì faccio io tutto, però non mi lasciano più andare sul tetto della casa, perchè sono “troppo ringiovanito”. Una volta mettevo le luci anche sulle grondaie e sul tetto, ma adesso è meglio così, meglio essere sicuri quando si lavora».

A proposito di lavoro, la formazione da elettricista le è servita?

«Da giovane avevo fatto l'elettricista. Poi sono stato per 31 anni in Electrolux e negli ultimi anni di lavoro lì facevo il carrellista».

L'illuminazione e le luci sono la peculiarità del Natale da Oscar, ma sotto la luce del giorno il giardino è da ammirare, anche con le lampadine spente. Il pollice verde è il suo lato meno conosciuto...

«Mi sono sempre arrangiato da solo, anche con la sistemazione delle piante all’esterno della casa. Quest'anno però è venuto un giardiniere per la potatura, stanno diventando troppo alte e anche i cespugli stanno diventando enormi, serve attrezzatura adeguata. Questo ulivo (mostra l'albero alto oltre quattro metri, ndr), quando l'avevo piantato qui una trentina d'anni fa era solo un rametto in una campanella, non pensavo nemmeno attecchisse. L'ho sempre potato e così è cresciuto. Io continuo a pulire tutte le palme, sono una quindicina, nate spontaneamente dai semi di quelle di fronte. Io non coltivo il terreno, le piante sono tutte spuntate per caso. Avevo anche tre pini argentati, cedri del Libano, alti quasi come il condominio qui a fianco. Ma tra il timore che possa succedere qualcosa con i disastri maltempo e per le pigne che rilasciavano una polvere giallastra che si sparpagliava per tutta la via, ho deciso di toglierli. Anche per delicatezza e rispetto di chi vive qui, quella polvere giallastra sporcava i panni stesi dalle signore».

É una sfida anche con sé stesso che si ripete da oltre quarant'anni, ha già in mente qualcosa per il prossimo anno?

«La cosa che cambia è l'aumento dell'illuminazione. In questi giorni ho fatto già un grosso acquisto per il 2026. Ho preso 7.200 luci e insieme anche altre renne. Mi sono preso avanti per il prossimo anno, anche perché ho trovato un'offerta con il 50% di sconto. In realtà però adesso sto pensando alla fatica che dovrò fare tra qualche settimana, quando dovrò tirare giù tutto e risistemare. Intanto i visitatori arrivano anche dal Friuli: questa via ormai è diventata un po’ il simbolo natalizio nella Marca Trevigiana. Ma l’emozione, per me, è quella della famiglia». —

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Oscar Bontempo, 78 anni, da oltre quattro decenni addobba l'esterno della sua casa a San Fior con decine di migliaia di luci. Aveva iniziato per fare felice la figlia Elisa negli anni '80, ha poi proseguito per gli altri bambini. Di anno in anno posiziona nuovi addobbi, quest'anno ha raggiunto i 130 mila led. Ma è già al lavoro per il Natale 2026. La figlia vive a Tokyo, nel suo appartamento nella capitale nipponica ha creato un piccolo alberello, con due statuette Shisa, la creatura mitologica giapponese simbolo di fortuna e guardiano di casa, vestiti con il cappello di Babbo Natale. Il suo pensiero è sempre per papà Oscar.

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