Wizz, stop ai voli per l’Ucraina A terra migliaia di passeggeri

Dal 20 aprile Kiev e Lviv irraggiungibili da Treviso e dall’Italia. Via ai rimborsi per chi aveva prenotato Vano il tentativo di gestire il servizio con la controllata ungherese. Addio a 160 decolli da Treviso
FERRAZZA TREVISO areoporto canova chiude per lavori pista agenzia fotografica fotofilm
FERRAZZA TREVISO areoporto canova chiude per lavori pista agenzia fotografica fotofilm

Dal 20 aprile l’aeroporto Canova di San Giuseppe perderà i collegamenti con l’Ucraina, gestiti sin qui dalla Wizzair, con la sua controllata Wizzair Ucraina. Spariranno 160 voli, e questa stima vale solo per il periodo estivo – inferiori quelli invernali, con minore cadenza – e anche migliaia di passeggeri in uscita e in entrata, con ripercussioni sul bilancio 2015 del Canova.

Da quel giorno fatidico entrano in vigore le nuove normative italiane sui voli in zone di guerra come l’Ucraina: nessun vettore può partire o arrivare nel nostro territorio da quei territori.

Da Treviso partivano, ormai da anni, voli per Kiev Zulhany (il secondo scalo della capitale), per Lviv (Lvov o Leopoli). La ragione della sospensione dei voli da e per l'Ucraina della Wizz, per ragioni di sicurezza, ha innescato in seconda battuta un altro caso, tutto burocratico e di normativa internazionali. Perchè Wizz pensava di poter gestire il servizio con l’altra controllata, la Wizz Hungary.

Voli sul Canova, scoppia il caso: i conti non tornano
Imbarco dei passeggeri al Canova

Ma si è scontrata con la legge italiana, che non permette a un altro braccio operativo della compagnia aerea di subentrare alla sorella ucraina del gruppo così come chiesto dalla società madre (che aveva proposto ufficialmente di sostituire Wizz Air Ucraina con Wizz Air Hungary, coprendo con questo altro braccio operativo le tratte chiuse dal 20 aprile). La controllata ungherese, per le autorità del volo nazionali, non avrebbe le certificazioni amministrative richieste per effettuare i voli sulla tratta extra Ue. Da qui il provvedimento che dal 20 aprile blocca appunto tutti i voli dall’Italia per l’Ucraina. In questi giorni sembra che molti passeggeri stiano avviando la pratiche per farsi rimborsare i biglietti già acquistati in anticipo, ma soprattutto che debbano rivedere tutti loro programmi.

L’Ucraina, di fatto, dal 20 aprile non può più essere raggiunta dal scali italiani. Ma solo da aeroporti all’estero. E dunque ci si sposta su treni, auto di amici e parenti, o pullman. Per il «Canova» la perdita è secca, in termini di passeggeri: le linee con il paese dell’Est erano molto utilizzate, anche negli ultimi tempi, quando era esplosa la crisi ucraina con il conflitto che ha tenuto con il fiato sospeso l’Europa.

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