Unesco, oggi il sì alle colline del Prosecco: convinti anche gli Stati più scettici

Dopo gli ultimi incontri diplomatici si va verso l’unanimità. Votazione tra le 15 e le 18, al più tardi domani mattina
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

TREVISO. È l’ultimo metro di una corsa lunga 11 anni. Oggi pomeriggio, al più tardi domani mattina, arriverà il “sì” che Conegliano, Valdobbiadene, Vidor, Refrontolo, Farra di Soligo e gli altri Comuni di collina della Sinistra Piave attendono dal 2008, da quando cioè iniziò formalmente la rincorsa al titolo di “Patrimonio dell’umanità” Unesco, con l’idea del Consorzio di Tutela del Prosecco Docg. Un miraggio, all’epoca, un sogno già toccato con mano dodici mesi fa salvo poi essere bocciati nel giudizio finale in Bahrein. Quest’anno non succederà di nuovo: ieri anche gli ultimi Stati rimasti, i più scettici, hanno formalmente appoggiato la candidatura, l’unico dubbio è se a Valdobbiadene potranno stappare le bottiglie già stasera o se il cerimoniale Unesco, un po’ barocco, costringerà a tenere lo spumante in frigo fino a domani.

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La squadra. Ieri sono sbarcati a Baku, sede del 43esimo comitato Unesco, Innocente Nardi, presidente del Consorzio, Mauro Agnoletti, professore associato alla Scuola di Agraria dell’Università di Firenze e curatore del nuovo dossier approvato da Icomos (dopo quello respinto nel 2018), Leopoldo Saccon (responsabile tecnico del dossier), Amerigo Restucci, componente del comitato scientifico. Era arrivato il giorno prima Luca Zaia, che ieri si è speso in incontri istituzionali a tutti i livelli, compreso il presidente della Repubblica azera.

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I preparativi. L’attesa nell’area della candidatura è più sentita nella “core zone”, la zona centrale e più storica, che comprende la fascia collinare da Vittorio Veneto a Vidor. «A Valdobbiadene accenderemo il maxischermo in piazza dalle 12 e ci collegheremo in diretta con Baku» spiega il sindaco Luciano Fregonese. A Conegliano, “commitment zone”, la temperatura è più tiepida: «Niente maxischermo, non sappiamo a che ora ci sarà la decisione» risponde il sindaco Fabio Chies, «ma non vuol dire che non facciamo il tifo per la candidatura, sarebbe una grande occasione per tutti».

Il programma. Secondo la tabella di marcia ufficiale, la candidatura delle colline del Prosecco sarà discussa tra le 15 e le 18 dell’ora locale, cioè tra le 13 e le 15 in Italia. Non si andrà oltre le 17 italiane. Il problema è che il Prosecco è terzultimo nella scaletta della discussione, e subito prima si mette ai voti un sito azero per il quale ci si attende un lungo confronto. Poiché Unesco non fa straordinari, e alle 19 (ora locale) manda tutti a casa, il rischio di doversi riaggiornare a domani mattina è concreto. Nell’attesa piovono attestati di fiducia. Ieri sono arrivati Coldiretti («Con questo riconoscimento il Made in Italy a tavola si conferma una realtà da primato in Europa e nel mondo dopo i successi già ottenuti con la dieta mediterranea, l’arte della pizza e la vite di Pantelleria), il sottosegretario al Mibac con delega all’Unesco, Lucia Borgonzoni («Siamo ad un passo da un’altra vittoria dell’eccellenza italiana»), il ministro Gian Marco Centinaio («È una vittoria italiana perché un’area rurale che diventa patrimonio dell’umanità è un passo importantissimo»).

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La diplomazia. Cosa può andare storto a questo punto? Le colline si presentano con il parere favorevole di Icomos e non è mai accaduto che in sede di voto si ribalti il giudizio. Ma a votare sono comunque uomini e donne in carne ed ossa in rappresentanza di 21 Stati: Angola, Australia, Azerbaigian, Bahrein, Bosnia Herzegovina, Brasile, Burkina Faso, Cina, Cuba, Guatemala, Ungheria, Indonesia, Kuwait, Kyrgyzstan, Norvegia, Saint Kitts and Nevis, Spagna, Tunisia, Uganda, Tanzania, Zimbabwe. Normale quindi che le ultime ore siano dedicate alla diplomazia e al tentativo di convincere anche gli ultimi scettici. Ieri Zaia ha lanciato un messaggio rassicurante: «Il clima qui è positivo, tutti i Paesi hanno dichiarato che sono assolutamente favorevoli alla nostra iscrizione, non ci resta che attendere e incrociare le dita. Sono passati più di dieci anni da quando abbiamo messo il primo mattone di questo edificio, ancora poche ore e potremo goderci la festa». 
 

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