Pirotecnica Papa, il maxifurto da 60 mila euro su commissione
Prende corpo la pista dei trasfertisti arrivati dal Sud per mettere a segno il colpo da film nel magazzino di via Fornace

Prende sempre più corpo la pista dei trasfertisti arrivati dal sud Italia per rubare i fuochi d’artificio stoccati nel magazzino della “Pirotecnica Papa” di San Polo, nota azienda attiva da 140 anni. Gli investigatori non hanno dubbi che si tratti di un furto su commissione e che a compierlo non sia stata una banda arrivata da oltreconfine.
Sono indagini complesse quelle del colpo all’azienda di San Polo, per i cui sviluppi ci vorrà del tempo e passerà necessariamente attraverso l’analisi dei filmati del sistema di videosorveglianza dell’azienda, dei tabulati telefonici nella fascia oraria in cui i banditi hanno messo a segno il colpo e delle telecamere comunali che registrano le targhe dei veicoli in transito.
Il colpo è stato messo a segno nella notte tra giovedì e venerdì scorso. Non si conosce l’esatto numero dei componenti della banda ma si può tranquillamente dire che erano almeno in quattro, se non di più. Per evitare di far scattare l’allarme, i banditi sono saliti sul tetto del magazzino dove si sono aperti un varco per calarsi con le corde e rubare il prezioso materiale usato per sagre, feste ed eventi pubblici e privati.
Naturalmente si sono concentrati sugli articoli più costosi, non certamente sui comuni petardi. La conferma arriva dagli stessi titolari dell’azienda di San Polo, Marzia Papa, figlia dello storico proprietario Fioravante, e il marito Fabio Sacconi, che, non appena scoperto il furto, hanno immediatamente presentato denuncia ai carabinieri.
Un colpo da decine di migliaia di euro. Secondo una prima stima il danno si aggira sui 60mila euro, acuito dal fatto che questo è il momento clou dell’anno per le aziende che producono petardi e spettacoli pirotecnici in vista della notte di San Silvestro.
«Hanno portato via gli articoli di valore che si vendono proprio in questo periodo, creandoci un grosso danno – dicono amareggiati i titolari Fabio Sacconi e Marzia Papa, erede di una dinastia iniziata con il bisnonno Angelo, il capostipite – Hanno avuto tutto il tempo per selezionare il materiale da portare via, dimostrando di essere esperti del settore o comunque di aver studiato bene il colpo prima di entrare in azione. Sapevano dove andare e cosa prendere, poteva essere pericoloso. Forse hanno usato anche droni. Non ci resta che confidare nelle indagini dei carabinieri». —
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