Una via romana sotto la Pedemontana

A Riese ruspe ferme, arrivano gli archeologi nel cantiere della superstrada. Attesa per il verdetto della Soprintendenza
Di Davide Nordio
DeMarchi Riese Pio X ritrovamenti archeologici cantiere pedemontana
DeMarchi Riese Pio X ritrovamenti archeologici cantiere pedemontana

RIESE. Dalla Superstrada Pedemontana (Spv) emerge un’altra superstrada, ma di epoca romana: è questa la suggestiva ipotesi che potrebbe celarsi dietro a un “sondaggio” archeologico in corso in uno dei cantieri della Spv tra Riese e San Vito di Altivole. Se non altro per un ragionamento molto semplice: la porzione di terreno interessato si trova a poco più di un metro da via Aurelia, che prende il nome proprio dalla strada che congiungeva Asolo con Padova e che transitava da queste parti. Ad accorgersi che in quel cantiere era successo qualcosa di imprevisto sono stati i residenti. Da qualche tempo ruspe e camion hanno smesso di lavorare. Al loro posto vi sono alcuni addetti di una ditta specializzata che in ginocchio e solo con cazzuola e scopette stanno facendo emergere quello che era rimasto nascosto da secoli. Niente più rombi delle macchine che più avanti hanno scavato metri di terreni, ma solo delicati picchiettii per scoprire cosa si nasconde in questa anomalia riscontrata nel cantiere in un’area marginale di circa cento metri quadrati. Quello che finora è stato riportato alla luce è un acciottolato piuttosto regolare a meno di un metro dal piano campagna, poco distante dall'incrocio tra via Aurelia e via Noaje. Quando gli operai della Spv si sono trovati davanti a questa “stranezza” è stata subito adottata la prassi prevista in questi casi: la sospensione dei lavori e l'avviso alla sovrintendenza archeologica che a sua volta ha inviato degli specialisti per capire di che cosa si possa trattare. Le analisi sono oggi in corso e prevedono anche sondaggi in profondità: solo al termine si potrà capire con certezza se si tratta dell’antica Aurelia o se questo acciottolato nasconde ben altro. Come anche se dovesse essere un manufatto più recente di cui si è persa la memoria o che sopravvive solo in mappe vetuste. Da quanto si scoprirà dipenderà anche il destino dell'area, dopo che la sovrintendenza ne avrà valutato l'importanza. Due le possibilità: o si metterà in atto la salvaguardia dei reperti anche attraverso il loro trasferimento in siti dove potrebbero essere esposti oppure, una volta fotografato quanto venuto alla luce e proceduto alla mappatura, l'area verrà nuovamente ricoperta di terreno. In ogni caso, considerata anche l'esiguità del parte del terreno interessata al momento, pare non si renderà necessaria alcuna deviazione della Superstrada Pedemontana.

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