Treviso: matrimoni gay, denuncia per il sindaco Manildo

TREVISO. «Denunceremo alla procura di Treviso il sindaco Giovanni Manildo per omissione d’atti d’ufficio per non aver cancellato, come aveva chiesto la Prefettura, il matrimonio gay che ha registrato a inizio dell’anno». Marina Buffoni, del coordinamento regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, assessore della giunta Bitonci di Padova, annuncia l’offensiva contro il primo cittadino di Treviso, che rischia così di trovarsi nella stessa situazione del sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Il quale è indagato per omissione di atti d’ufficio appunto per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto di cancellare le trascrizioni dei matrimoni omosessuali, contratti all’estero e registrati dal Comune di Milano, andando così contro la circolare del ministro dell’Interno Angelino Alfano, che vieta la registrazione delle nozze tra coppie omosessuali avvenute all’estero.
Anche Manildo, come Pisapia, ha annunciato di non voler cancellare l’atto e infatti sarà la Prefettura di Treviso, a giorni, ad occuparsi dell’annullamento della registrazione del matrimonio tra i commercianti Joe Fernandes e Franco Fighera, fioristi del centro storico. Ma l’intervento della prefettura di Treviso, come quello delle altre prefetture d’Italia, si limiterà all’annullamento, senza passaggi in procura. E infatti non tutti i sindaci italiani che hanno deciso di registrare un matrimonio gay sono finiti, per questo, automaticamente indagati: deve partire una denuncia da parte di un privato o una associazione. O, appunto, un partito. E infatti Fratelli d’Italia, rappresentato a palazzo dei Trecento dal consigliere Davide Acampora, intende denunciare Manildo: «Lo faremo», spiega la Buffoni, «perché come sindaco non ha rispettato quanto stabilito dal ministero e dalla Prefettura; ma anche per rimarcare il fatto che Manildo, invece di pensare ai problemi reali dei trevigiani, preferisce prendere simili provvedimenti per avere su di sé l’attenzione mediatica. E questo è francamente inaccettabile».
La denuncia di Fratelli d’Italia dovrebbe quindi far scattare l’iscrizione di Manildo al registro degli indagati, ma come pura formalità, senza conseguenze concrete. Insomma: come la decisione di Manildo è stata una precisa presa di posizione politica, «ma ispirata alle convenzioni internazionali e alla Carta di Nizza», sottolinea il sindaco; così la denuncia di Fratelli d’Italia andrà a ribadire una posizione diametralmente opposta alla sua, «a difesa della famiglia tradizionale». Un Manildo che, contrariamente al sindaco di Roma Marino, non presenterà ricorso contro l’annullamento della registrazione da parte della prefettura. Ma che comunque non retrocede di un passo: «Con la registrazione di questo matrimonio ho solo tutelato i diritti di due persone, riferendomi a criteri giuridici internazionali. Tutto questo polverone avviene, in Italia, semplicemente perché il ministro Alfano, invece di cambiare la legge, si è limitato a emanare una circolare, creando così solo confusione. Il ministro Alfano è insomma autore di una distorsione», sottolinea Manildo.
Una circolare, inviata ai prefetti, con cui Alfano ordina loro di annullare d’ufficio le trascrizioni, fatte dagli uffici comunali dello Stato civile, delle nozze gay qualora i sindaci non intendano cancellarle dopo l’invito dei prefetti a farlo. «La diversità di sesso è un requisito necessario», recita la circolare, affinché la registrazione del matrimonio possa essere definita regolare
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