Il ricordo di Gentilini nella cerimonia dl 25 Aprile a Treviso
Il sindaco Conte e Varnier (Anpi) omaggiano lo sceriffo morto il 24 aprile. Il presidente dei partigiani cita poi Tina Anselmi e il suo sistema sanitario nazionale «che, passo dopo passo, si sta smantellando»

«W Treviso antifascista e W l'Italia libera», afferma il sindaco Mario Conte, in coda al suo intervento, facendo scattare l'applauso. E con grande attenzione erano state accolte anche le parole precedenti: «Penso a Papa Francesco e ai suoi appelli alla pace, dall'Ucraina al Sudan. Ci ha sempre ricordato l'importanza della libertà dei popoli e il valore della memoria come fondamento della pace».
Le celebrazioni del 25 Aprile, sotto la Loggia dei Trecento a Treviso, intrecciano storia e attualità, i valori della Resistenza e l'eredità del pontefice che ci ha lasciati nei giorni scorsi.
E c'è anche il ricordo di Giancarlo Gentilini, mancato il 24 aprile a 95 anni, negli interventi del primo cittadino e di Giuliano Varnier, presidente Anpi Treviso: «Entrambi vittoriesi, anzi di Serravalle. I miei avevano una trattoria e qualche ombra devo avergliela servita. Quasi tutto ci divideva in politica, ma non l'amicizia e il sentirsi parte di una comunità».
Poi la polemica: Varnier fa il nome di Tina Anselmi, «prima donna ministro. Volle quel sistema sanitario nazionale che, passo dopo passo, si sta smantellando». C'è il picchetto interforze, ci sono gli onori alla bandiera e la deposizione della corona ai caduti.
Ci sono il prefetto Angelo Sidoti e il questore Alessandra Simone. E c'è la Consulta degli studenti, con il presidente Francesco Cucinotta: «Penso a Papa Francesco e alla sua vicinanza ai giovani. Ricordo i giovani che hanno sacrificato la vita per darci il dono della Repubblica libera. Quei giovani devono essere la nostra ispirazione».
Il sindaco Conte cita anche «le donne della Resistenza, in particolare le trevigiane Noris Guizzo detta "Carmen" e Bruna Fregonese». Varnier riflette sulla «popolazione massacrata a Gaza. Un massacro che non c'entra nulla con l'attentato del 7 ottobre». A fine cerimonia, immediato e spontaneo, il coro "Bella ciao".
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