Sparano agli zingari per un anello rubato

È stato il furto dell’anello della madre a scatenare il regolamento di conti che aveva portato, lo scorso 14 giugno, ad una sparatoria nei confronti di una famiglia di sinti che vive in un camper a Villorba, in un terreno tra via 4 novembre e via Rocchette. Secondo gli investigatori della Squadra Mobile gli autori di quel folle gesto, entrambi accusati di duplice tentato omicidio, sono Fabrizio Rizzardo, 46enne chiamato “Iccio”, agricoltore con piccoli precedenti alle spalle, ed il suo braccio destro Agrippino Martignago, detto “Marino”, 55enne di Povegliano. I due, che hanno respinto ogni accusa, si trovano ora all’interno del carcere di Santa Bona in attesa dell’interrogatorio da parte del giudice. Ad incastrarli ci sarebbe il bossolo, compatibile con i proiettili dell’attentato, ritrovato all’interno del Suv di Rizzardo.
il furto
Secondo gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Mara De Donà, a innescare l’assalto è stato il furto, all’interno dell’abitazione di Rizzardo, un casolare tra Postioma di Paese e Volpago del Montello a pochi passi da una cava “Grigolin”: oltre ad alcuni attrezzi agricoli, di scarso valore, i ladri avevano rubato anche un anello che era della madre. Questo ha spinto Rizzardo ad architettare e mettere a segno una vera e propria “spedizione punitiva” nei confronti dei presunti autori, una famiglia di sinti che vive in un camper a Villorba. E così, dopo un tentativo fallito di farsi restituire l’anello (tre giorni prima della sparatoria Martignago raggiunse i coniugi sinti e cercò di mediare una soluzione ma marito e moglie negarono di c’entrare qualcosa con il furto subito da Rizzardo. Questi avrebbe poi organizzato la spedizione punitiva la notte dello scorso 14 giugno: Rizzardo e Martignago, secondo quanto accertato dalla Squadra Mobile guidata da Claudio Di Paola, arrivarono nei pressi del camper ed esplosero tre colpi di pistola contro il mezzo: due ad altezza d’uomo e colpirono il letto in cui marito e moglie, di 49 e 48 anni, stavano dormendo mentre il terzo finì per trapassare l’abitacolo all’altezza della cabina di guida. La donna rimase ferita da un proiettile alla gamba riportando la frattura del femore e trenta giorni di prognosi. Infatti il marito la accompagnò in auto al pronto soccorso del Ca’ Foncello, per poi affidarla durante il tragitto ad un'ambulanza del Suem 118. Sul posto, nel frattempo, giunsero gli agenti delle Volanti e poi gli investigatori della Squadra Mobile che svolsero i primi rilievi di polizia scientifica.
gli arresti
Le prime tracce sono arrivate dall’analisi delle telecamere presenti nella zona gli investigatori che hanno permesso di identificare un Suv di colore scuro che fuggiva dalla zona in cui era avvenuta la sparatoria: si trattava di un mezzo di proprietà di Rizzardo, all’interno del quale (durante una perquisizione avvenuta giovedì scorso) venne poi trovato un bossolo compatibile con quelli esplosi la notte a Villorba. Gli altri due bossoli, oltre alle tre ogive, sono stati invece trovati vicino alla roulotte. Secondo i primi accertamenti la pistola utilizzata sarebbe una calibro 9 per 19 di fabbricazione cecoslovacca. —
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