Scarpe contraffatte, un’indagine

L’inchiesta dopo lo scontro su una fornitura tra un’azienda trevigiana e Pittarello
Le scarpe contraffatte sequestrate nel Napoletano da parte della Guardia di Finanza, Fiumicino (Roma), 18 maggio 2011. Una vera e propria struttura industriale, con due fabbriche dotate di sofisticati e costosi macchinari per la produzione delle suole con marchio "Hogan" e due opifici clandestini per l'assemblaggio delle scarpe contraffatte, e' stata smantellata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Il giro d'affari annuo stimato era di circa 10 milioni di euro. ANSA / UFFICIO STAMPA GUARDIA FINANZA ++HO - NO SALES - EDITORIAL USE ONLY++
Le scarpe contraffatte sequestrate nel Napoletano da parte della Guardia di Finanza, Fiumicino (Roma), 18 maggio 2011. Una vera e propria struttura industriale, con due fabbriche dotate di sofisticati e costosi macchinari per la produzione delle suole con marchio "Hogan" e due opifici clandestini per l'assemblaggio delle scarpe contraffatte, e' stata smantellata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Il giro d'affari annuo stimato era di circa 10 milioni di euro. ANSA / UFFICIO STAMPA GUARDIA FINANZA ++HO - NO SALES - EDITORIAL USE ONLY++

Una grossa fornitura di calzature, si sospetta contraffate, è all’origine del contrasto tra un’azienda trevigiana e la Pittarello, marchio padovano della calzatura acquistato due anni fa da “21 Investimenti”. La prima contesta il mancato pagamento della fornitura, la seconda denuncia il fatto che le calzature all’apparenza appartenenti a una importante griffe sarebbero in realtà delle contraffazioni. È stato depositato in tribunale nei giorni scorsi un ricorso per decreto ingiuntivo, per un importo di circa 430.000 euro, per la fornitura alla Pittarello di calzature sportive a marchio Converse e All Star. Ma la fattura, scaduta ad inizio giugno, non è stata pagata dal marchio padovano. Sembra infatti, e ci sono indagini in corso da parte delle forze dell’ordine, che la fornitura fosse composta da merce contraffatta. Gli inquirenti sono al lavoro proprio in questi giorni per stabilire cosa sia accaduto. Il procedimento segue anche alcune lettere anonime, giunte ai giornali, su presunte preoccupazioni dei dipendenti della Pittarello. La società ha risposto ieri con una nota in cui afferma: «È evidente che qualcuno sta illegittimamente di portare avanti a danni della società del gruppo Pittarello una campagna denigratoria, con l’intento di tutelare ben altri interessi. Quella di Pittarello è una realtà importante e in costante sviluppo, che non può vedere lesa la propria immagine da notizie false, tese a rappresentare un inesistente quadro di difficoltà e tensione finanziaria, di un’azienda solida, in espansione, e che ha fatto della correttezza dei propri comportamenti con i diversi soggetti un valore aziendale primario. È in atto un tentativo di discredito da parte di soggetti in corso di identificazione».

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