Rischia quattro anni per i beagle

Chiesta la condanna per l’attivista trevigiana che partecipò all’incursione nel “lager” di Green Hill
Un cucciolo di Beagle viene messo in salvo da un gruppo di persone che manifestano davanti all'allevamento Green Hill di Montichiari, Brescia, 28 aprile 2012. Un gruppo di animalisti e' entrato nell'allevamento e ha liberato i cuccioli tenuti nelle gabbie facendoli poi passare sopra il filo spinato posto sopra le cancellate della struttura. I cani Beagle sono allevati a Montichiari e destinati alla vivisezione..ANSA/FILIPPO VENEZIA
Un cucciolo di Beagle viene messo in salvo da un gruppo di persone che manifestano davanti all'allevamento Green Hill di Montichiari, Brescia, 28 aprile 2012. Un gruppo di animalisti e' entrato nell'allevamento e ha liberato i cuccioli tenuti nelle gabbie facendoli poi passare sopra il filo spinato posto sopra le cancellate della struttura. I cani Beagle sono allevati a Montichiari e destinati alla vivisezione..ANSA/FILIPPO VENEZIA

Dopo le proteste, il blitz, la bagarre e gli arresti, si torna a parlare del canile lager Green Hill di Montichiari, teatro di una spettacolare liberazione di cuccioli di beagle nel 2012. L’animalista trevigiana Luana Martucci, che quel giorno partecipò al blitz, accusata di furto aggravato e danneggiamenti rischia fino a 4 anni di carcere.

L’animalista Luana «Ora sciopero della fame»

Durante l’udienza che si è svolta lunedì nel tribunale di Brescia, il pm Ambrogio Cassiano, ha avanzato richieste di pena da 8 mesi fino a 2 anni e 3 mesi per tutti i partecipanti all’incursione. Per l’attivista trevigiana è stata richiesta la pena più alta perché durante l’udienza di giugno scorso aveva dichiarato di «non riconoscere il tribunale e le leggi», una posizione che è stata interpretata come un’opposizione netta allo Stato e dimostrazione di assoluta assenza di pentimenti.

È il 28 aprile del 2012 quando Luana con migliaia di animalisti si dà appuntamento fuori dai cancelli dell’allevamento Green Hill, di proprietà dell’azienda americana Marshall, a Montichiari in provincia di Brescia. Gli attivisti quel giorno arrivano da tutta Italia per “salvare” i beagle che vengono allevati per poi essere venduti alle varie multinazionali farmaceutiche e cosmetiche e utilizzati come cavie per test ed esperimenti scientifici.

Luana con altre persone riesce a scavalcare la recinzione e ad entrare all’interno del canile lager. All’arrivo della polizia sulle colline bresciana viene arrestata con altre 12 persone e portata i carcere dove resta per 2 giorni e due notti e per protesta inizia anche lo sciopero della fame e sete e dal quale alla fine viene fatta uscire assieme a tutti gli altri giovani fermati.

«Le persone come me che abbiamo fisicamente scavalcato la rete e ci siamo introdotti nei capannoni portando fuori i cani consegnandoli a chi era fuori la pena è di 8 mesi », spiega l’attivista, «per questo siamo stati accusati di furto aggravato e danneggiamento mentre per tutti gli altri la pena va da un anno fino a due anni e tre mesi».

Sa che a peggiorare la posizione ci sono le dichiarazioni rese in aula durante l’udienza di giugno («non riconosco il tribunale...») ma non si pente nè ha intenzione di ritrattarle. «Non ho alcun ripensamento: lo rifarei», ripete Luana, «quella è stata una giornata piena di emozioni. Quando ho aperto le gabbie tutti i cuccioli uscivano, si incontravano e giocavano. Altri erano immobili e in particolare una beagle aveva un grosso collare “elisabettiano” con una cicatrice che andava dalla gola fino alla pancia. Era troppo grossa e avevo paura di farle del male nel trasportarla. Il suo sguardo non lo dimenticherò mai».

Le fotografie dell’assalto hanno fatto il giro del mondo, tra giornali, social, e siti di animalisti. «Dopo aver portato fuori molti cuccioli ho pensato a lei ma quando ho preso una carriola per cercare di salvarla purtroppo mi hanno arrestata».

La prossima udienza è stata fissata per il 9 novembre nel tribunale di Brescia.

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