Riecco Turchetto, ristoratore in fuga

Era scomparso nell’estate 2012, abbandonando il ristorante «Fuori Mura» a Selvana, la famiglia, gli amici, gli affari ed anche i conti in sospeso. Aveva fatto perdere le sue tracce, salvo ricomparire a Milano in un centro di assistenza per indigenti. Adesso Angelo Turchetto, 65 anni, a Milano, si è rifatto una vita, come documenta il settimanale Gente con un ampio servizio sulla sua giornata tipo.
Turchetto è ospite del dormitorio Isonzo, centro di accoglienza notturna gestito dai fratelli di San Francesco d’Assisi, e trascorre le giornate alla vicina Opera del Cardinal Ferrari, dove svolge piccoli incarichi, dalle commissioni alla manutenzione del giardino. Pranza alla mensa, poi cena con un frutto che si mette da parte. E ogni tanto si concede qualche partita a carte con gli altri ospiti della onlus meneghina.
«Mi sento di nuovo utile», racconta all’inviato di Gente, «ho perso tutto, ma mi resta la dignità con cui si deve vivere anche da poveri». Turchetto rievoca il periodo della fuga, le prima due settimane vissute sulla panchine del cimitero Maggiore senza mangiare, poi l’aiuto dell’opera San Francesco, le notti ai giardini pubblici, la lenta riemersione. E il primo contatto con la famiglia, che si era rivolta a «Chi l’ha visto?» per rintracciarlo dopo la fuga. In particolare con il figlio
Ma soprattutto ricorda il fallimento, nel 2010, della sua impresa di ortofrutta, che aveva 15 dipendenti: una prima fuga in Puglia, il ritorno a Treviso e il sostegno degli amici per l’avvio del ristorante. Amici che lo hanno a lungo ospitato. Davanti a sè, ora, Angelo ha una pensione sociale. «Ma la povertà si sconfigge con la ricchezza interiore», dice al settimanale, «non se ne esce sul piano economico».
Il settimanale individua in Turchetto uno dei simboli dei nuovi poveri travolti dalla crisi. In piazza, però, in questi giorni l’intervista avrebbe seminato anche qualche malumore: chi lo conosce giura che alle spalle si sia lasciato anche alcune pendenze, persino con gli amici più cari che lo avevano aiutato a risollevarsi dopo il fallimento della sua azienda.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso