Reduci e revisionisti a Saccol «La lapide ricorderà l’eccidio»

VALDOBBIADENE. Erano almeno un centinaio, uomini e donne, giovani e anziani, ieri mattina in località Saccol per inaugurare una lapide a ricordo dell'eccidio avvenuto la notte tra il 4/5 maggio 1945 di una ventina di appartenenti alla X Mas. C'erano gli stendardi dei paracadutisti di Pederobba, Alpago, Conegliano, Monza, quelli dei reduci e delle famiglie dei caduti della RSI di Treviso e Belluno, pure il labaro del battaglione Barbarigo. E tra i giovani con tatuaggi e meno giovani con cappelli da alpino e berretti da parà e marinaio anche qualche reduce. Ospite eccellente l'assessore regionale alla formazione Elena Donazzan, in prima fila assieme all'assessore di Valdobbiadene Tommaso Razzolini e al presidente della sezione Piave dei parà, Ivan Bolzonello. Un po' defilato Antonio Serena, l'ex parlamentare e storico che all'eccidio ha dedicato un paio di libri, e anche l'ex sindaco di Valdobbiadene Pietro Giorgio Davì. Sulla giacca di tanti un nastrino giallo a ricordare i due marò. Tra squilli di tromba, posizione sull'attenti e scambi di saluti, c'è stato lo scoprimento della lapide sul retro del capitello che c'è a casa Zanetton, a un centinaio di metri di distanza dalla trincea dove c'era stato l'eccidio. «Quando c'è stata l'esplosione la casa si è fessurata» ricorda Antonio Zanetton, che a quell'epoca aveva 15 anni «uno era riuscito a fuggire, ha bussato alla nostra casa per trovare rifugio ma non abbiamo aperto per paura, poi è fuggito e si è salvato». Tra i testimoni di quegli anni anche don Romualdo Baldissera, oggi 94enne, allora giovane prete ad Oderzo e testimone di un altro eccidio come ha ricordato nel corso dell'omelia durante la messa: «Non voglio parlare di commemorazioni perché quella parola a caratteri cubitali l'ho vista allora in un manifesto a Oderzo che annunciava otto giorni di festeggiamenti. Poi il figlio di due anni di uno dei promotori era caduto in acqua ed era annegato. Il padre esclamò "Padre Santo, dovevi proprio prendertela con lui di 2 anni?". A quel punto gli ho detto: "Avete presente quante mamme hanno pianto per le vostre uccisioni? Un innocente doveva pagare per questo"».
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