Gal Alta Marca, utili e progetti ma scoppia la protesta: «La Destra Piave penalizzata nei fondi»
I Comuni della Destra Piave e della Pedemontana del Grappa denunciano squilibri nella distribuzione dei fondi: ricevuto meno del 10% dei 6 milioni stanziati. Carlet cerca la riconferma, ma il presidente Pozza prende tempo.

Il bilancio 2024 si è chiuso in utile (1.379 euro, destinati a riserva). Ed in oltre 50 pagine, tra relazione finanziaria e bilancio di esercizio, il Gal dell’Alta Marca presieduto da Giuseppe Carlet annuncia tutti i suoi risultati, li sostegno al territorio dal paesaggio alla cultura, dall’enogastronomia alle bellezze turistiche, anche nel segno del riconoscimento Unesco alle colline del Prosecco, con inevitabili ricadute sull’impulso alle strutture recettive ed agrituristiche .
E sabato è convocata l’assEmblea dei soci e dei Comuni per il rinnovo delle cariche e l’approvazione dei documenti finanziaria. Ma dietro la facciata del tutto bene e dei mille progetti sostenuti – e degli oltre 6 milioni distribuiti – ribolle la protesta degli amministratori pubblici della Destra Piave ed in particolare delle Pedemontana del Grappa, che hanno spulciato le erogazioni ed hanno scoperto di essere penalizzati nella distribuzione delle risorse erogate dal Gal.
E che la protesta monti, lo conferma il fatto che in piazza Borsa, sede della Camera di Commercio che designa il presidente, Carlet sia stato visto un paio di volte salire le scale del palazzo, nel giro di pochi giorni. Per blindare la sua riconferma con Mario Pozza, numero uno dell’ente camerale?
I bene informati dicono che il presidente di Camera di Commercio, invece, starebbe valutando attentamente un eventuale Carlet- bis.
Cosa lamentano i Comuni della Destra Piave e della Pedemontana del Grappa? In sostanza, da quanto trapela trasversalmente dal centrodestra ai civici, chi ha fatto i conti ha scoperto che degli oltre 6 milioni di investimenti meno del 10% sia andato in Destra Piave e area Grappa.
«Eppure i comuni sono il 23% dell’intero Gal, non c’è proporzione, qui sono arrivati metà della quota chi ci sarebbe spettata», dicono i contestatori, puntando il dito anche sulla struttura tecnica guidata dal direttore Michele Genovese, commercialista, (come Carlet espressione di Coldiretti), che è anche coordinatore dell’Ipa. Nel mirino dunque la stessa gestione del Gal, per l’occhio di riguardo, diciamo così, su Quartier del Piave, Coneglianese e Vittoriese.
In effetti nel riepilogo delle attività spiccano, oltre al supporto alle colline Unesco, grotte del Caglieron, Sarmede ed il parco del Livelet. C’è chi dice che i sindaci vogliano chiedere discontinuità, sabato, e in diversi abbiano persino minacciato l’uscita dal Gal Alta Marca (28 soci pubblici tra cui 24 Comuni, 21 soci privati).
E l’attivismo di Carlet nella sede camerale farebbe intendere che lo stesso presidente abbia voluto cautelarsi. Basterà? Il pallino è nelle mani del presidente Pozza, che dal canto suo, in passato, aveva sempre sostenuto come il Gal «dovesse essere uno strumento utile per beneficiare l’intero territorio».
Intanto la Provincia ha riconfermato la propria rappresentante nel cda, Emanuela Deola. Gli altri sono Gianmaria Fraccaro, Piero De Faveri e Marco Golfetto, rispettivamente per il consorzio Vivere il Grappa, cantina sociale Colli del Soligo e Banca della Marca.
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