Precipita dal capanno di caccia e si sfracella

Volpago, pensionato stava preparando i richiami per uccelli su un albero a 20 metri d'altezza
Qui a sinistra Levis Tedesco, 58 anni di Volpago, la vittima dell’incidente di caccia ieri sul Montello. Sopra, la sua Panda abbandonata nel bosco. A sinistra, gli amici cacciatori davanti alla sede della sezione, Cesarino Salvador e Gianni Mazzocco: «Era un cacciatore galantuomo, amico di tutti», raccontano. Tedesco lascia moglie e due figli
Qui a sinistra Levis Tedesco, 58 anni di Volpago, la vittima dell’incidente di caccia ieri sul Montello. Sopra, la sua Panda abbandonata nel bosco. A sinistra, gli amici cacciatori davanti alla sede della sezione, Cesarino Salvador e Gianni Mazzocco: «Era un cacciatore galantuomo, amico di tutti», raccontano. Tedesco lascia moglie e due figli
 VOLPAGO.
Un attimo di disattenzione ed scivolato: un volo di venti metri dalla piattaforma del capanno per la caccia ai colombacci. E per Levis Tedesco, 58enne di Volpago con la passione della caccia e del tiro al piattello, non c'è stato nulla da fare: si è sfracellato al suolo. E' accaduto ieri verso le 9 sul Montello, nei pressi della presa 10. Lo ha trovato cadavere un amico cacciatore.
Levis Tedesco era partito dalla sua abitazione di via del Fante alle 7 del mattino. Era andato a dar da mangiare ai colombi domestici, i cosiddetti «volantini», che aveva collocato in cima al capanno per addestrarli in vista dell'apertura della caccia ai colombacci programmata per l'1 ottobre. Per raggiungere la sommità del capanno, collocato su un alto rovere, c'era un sistema di scalette e di piattaforme, senza protezioni laterali. Levis Tedesco, che aveva lavorato alla Telecom, era abituato a salire sui pali, ma evidentemente deve essersi fidato troppo della sua esperienza. Doveva essere giunto fino sulla sommità, perché la botola dell'ultima piattaforma è rimasta aperta, e da lì deve essere precipitato al suolo e poi rotolato lungo il pendio. Una caduta rovinosa che non gli ha lasciato scampo. Verso le 9 Italo Gobbato, l'amico cacciatore che usava quello stesso capanno e fratello del vicesindaco di Volpago, non riuscendo a contattarlo al cellulare, è andato a vedere e lo ha trovato a terra in una pozza di sangue. Ha subito dato l'allarme, sul posto, in mezzo al bosco, sono arrivati i mezzi di soccorso e i carabinieri, ma ormai non c'era nulla da fare. «Aveva battuto la testa, era tutto insanguinato -spiega Duilio Giotto, un cacciatore che ha dato una mano a recuperare il corpo- non c'era più nulla da fare per lui purtroppo».  Fatti i rilievi, i carabinieri hanno passato la pratica alla Forestale perché verificasse se l'attività che stava svolgendo Levis Tedesco fosse tutta regolare. Ma a dissipare dubbi di questo genere ci pensano il presidente della riserva 6 «Volapo-Giavera», Gianni Mazzocco, e il presidente della Federcaccia di Volpago, Cesarino Salvador: «Quello che stava facendo Levis era perfettamente regolare. Prima dell'apertura della caccia al colombaccio si devono addestrare i volantini, colombi domestici che, quando passano i colombacci, si alzano in volo così li attirano portandoli a tiro del cacciatore. Per la caccia al colombaccio, pratica diffusa soprattutto in Toscana, bisogna avere il capanno in cima all'albero più alto del bosco, per questo l'ultima piattaforma è così alta. Levis aveva portato i suoi volantini al capanno e li stava nutrendo quando è accaduto l'incidente».  Sul luogo è rimasta la Panda rossa di Levis Tedesco. E sulla piattaforma del capanno sono rimasti due volantini. I carabinieri hanno detto ai cacciatori di non toccare nulla, ma i presidenti delle due associazioni ieri pomeriggio sono andati a chiedere l'autorizzazione per il recupero dei due colombi altrimenti destinati a morire.

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