Pesava 29 chili: salvata dall’anoressia

All’ambulatorio dell’Usl 7 per i disturbi del comportamento alimentare anche i casi di bulimia e di binge-eating disorder
Di Andrea De Polo

PIEVE DI SOLIGO. Sono finite in ospedale quando ormai non si reggevano più in piedi. Un male infido, l’anoressia, le aveva portate a pesare così poco da mettere a rischio la loro stessa sopravvivenza. E solo le cure dei sanitari dell’Usl 7, oltre a uno specifico percorso di recupero fisico e psicologico, stanno contribuendo alla loro guarigione. È la storia di due ragazze residenti nell’Usl 7, una delle quali minorenne, a squarciare il velo sull’emergenza legata ai disturbi alimentari nell’Usl 7. Anoressia, ma non solo. Ragazze, soprattutto adolescenti, e tanti uomini. E bambini. Sempre di più. L’Usl 7, oltre all’Ambulatorio per i disturbi del comportamento alimentare, si avvale della collaborazione della comunità alloggio “Futuro insieme” di Susegana. Dove nel 2012 sono arrivati 50 pazienti: tra loro, una ragazza che ha chiesto aiuto solo quando ha visto la bilancia segnare 29 chili di peso, per un metro e 60 di altezza. Il percorso di recupero durerà diversi mesi, ma la sua vita è salva per un pelo.

A Susegana arrivano anche bambini di 10 o 11 anni: qui non c’entrano i modelli della televisione, non ci sono canoni di bellezza (e magrezza) da inseguire, ma solo i drammi di situazioni famigliari difficili. L’Usl 7, con il suo ambulatorio dedicato, ha seguito 73 pazienti nel 2013, 25 dei quali affetti da anoressia, 22 da bulimia e 14 da binge-eating disorder (disturbi da alimentazione incontrollata non accompagnati da comportamenti volti a evitare l’aumento di peso). Nel caso delle due ragazze ricoverate in ospedale, la perdita di peso aveva complicato l’intero quadro clinico. Esami “sballati”, condizioni fisiche precarie, e l’impossibilità di farcela da sole: solo il ricovero le ha salvate. Qualcuno riesce a fermarsi in tempo, grazie all’intervento della famiglia. Perché di anoressia e bulimia soffrono soprattutto i giovanissimi.

Lo spiega la dottoressa Francesca Titton, psichiatra referente dell’ambulatorio: «La stragrande maggioranza dell’utenza è rappresentata da donne, di età compresa tra i 15 e i 25 anni, anche se si registra un aumento dell’incidenza dei disturbi alimentari tra gli uomini: i maschi seguiti nel 2013 sono stati 5, gli under 18, invece, una decina». La remissione completa, dopo un lungo periodo di cura, riguarda mediamente solo la metà dei pazienti. E i disturbi alimentari sono la prima causa di morte per malattia delle ragazze tra i 12 e i 25 anni. «Sono disturbi caratterizzati da una preoccupazione eccessiva per il peso e le forme corporee», spiega Titton. «Le principali manifestazioni sintomatologiche sono l’estrema magrezza, spesso accompagnata da esercizio fisico compulsivo per controllare il peso, nell’anoressia nervosa, le abbuffate accompagnate da metodi di compenso quali il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi e diuretici nella bulimia, e le abbuffate senza “compensazioni” nel binge eating».

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