Patto di stabilità piega l’impresa City Design, è cassa integrazione

L’azienda di Roncadelle specializzata in arredo urbano chiede lo stop per trenta addetti La capogruppo Arredo Plast a gonfie vele: «Siamo molto aperti all’estero, dove si lavora bene»
Di Enrico Lorenzo Tidona

TREVISO. Il patto di stabilità zavorra il fatturato della City Design di Roncadelle. Per i 30 dipendenti è stata chiesta la cassa integrazione, concessa fino a gennaio del 2013, che verrà utilizzata in base alle necessità. Un'azienda specializzata in prodotti per l'arredo urbano, gemmata dal gruppo Arredo Plast di Ormelle, conglomerato industriale che controlla anche altre imprese (Amb, Prisma, Vetroelite e Plastitecnica), passato da 190 a 232 milioni di fatturato consolidato tra 2010 e 2011. Numeri da capogiro in tempo di crisi, con un unica eccezione nel gruppo rappresentata dalla City Design, che è dovuta ricorrere all'ammortizzatore sociale. «Il vincolo di bilancio imposto a comuni e province ha bloccato gli investimenti facendo diminuire il fatturato della nostra azienda – spiega Giovanni Pagotto, socio del gruppo Arredo Plast – Nessun ente spende più un euro per l'illuminazione stradale o l'arredo urbano, generando crisi nel settore. Siamo passati da oltre 9 milioni di fatturato a 7 milioni circa, con calo di lavoro soprattutto a fine anno. Del resto, come per tutte le altre nostre controllate, la City Design è una realtà nella quale abbiamo investito con determinazione, impiegando molti soldi. Ma contro un patto di stabilità così rigido possiamo fare davvero poco. Fino a pochi esercizi fa i dipendenti erano quasi cinquanta. Alcuni li abbiamo ricollocati nelle altre aziende del gruppo, altri sono usciti. Ora abbiamo aggiunto un nuovo progettista per diversificare ulteriormente i prodotti, ma se non c'è lavoro gli operai si fermano». Anche la clientela privata non offre grandi spunti in questo momento nonostante gli oltre 500 articoli a catalogo, che sfruttano nell'illuminazione soluzioni come il fotovoltaico e le nuove tecnologie a led, più efficienti e meno dispendiose in termini di energia. Tutte innovazioni che faticano a trovare un giusto sbocco nel mercato italiano, principale riferimento per questa azienda. «Il resto del nostro gruppo viaggia a gonfie vele anche perché è proiettato verso l'estero – spiega ancora Pagotto – da poco abbiamo aperto una filiale commerciale con magazzino a Instanbul. Del resto lavoriamo per grandi marchi, come ad esempio Ikea, per la quale siamo il primo fornitore di prodotti in plastica al mondo. L'Europa rappresenta un vestito ormai stretto. Resta un certo rammarico per la City Design, che speriamo possa tornare ad esprimere presto tutto il suo potenziale. Per ora stiamo alla finestra». Tra il 2010 e il 2012 Pagotto ha messo 60 milioni di euro in investimenti. Solo a Roncadelle sono stati occupati altri 10 mila metri quadrati per fare spazio a nuovi reparti di produzione. Altri 20 mila metri quadrati sono stati terminati a Toronto, in Canada, dove la Arredo Plast ha deciso nel recente passato di aprire con coraggio una fabbrica. Sviluppi grazie ai quali l'organico ha ormai ampiamente sfondato i 600 dipendenti.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso