Paese: non uno, ma cinque impianti di biomasse

Cresce l’allarme tra i residenti, soprattutto per il carico di viabilità attorno all’insediamento del Gruppo Padana.  Il Comune chiede alla Regione la procedura di Via
Gli impianti di Paese
Gli impianti di Paese

PAESE. Non solo una grande centrale a biomasse alimentata con il cippato proveniente dai sarmenti di vite. Ma anche quattro ulteriori impianti più piccoli, finalizzati sempre alla produzione di energia termica per le serre del Gruppo Padana. Assume proporzioni sempre maggiori il progetto su cui è altissima l'allerta dell'amministrazione comunale, specie per le possibili ricadute sulla vivibilità della zona residenziale di Castagnole dove si trova la sede del Gruppo Padana, l'azienda dei fratelli Giorgio e Paolo Gazzola.

Non solo potenziali problemi di inquinamento, ma soprattutto di viabilità a causa dell'alto numero di camion che ogni settimana dovrebbero transitare per vie residenziali per giungere all'impianto. Del progetto di realizzare quattro mini centrali attorno all'area della Padana, oltre a quella da 14 milioni di euro (il cui progetto è stato depositato in municipio a fine maggio dalla ditta "Cortus Energy Italy srl"), ne dà notizia la relazione stesa dai tecnici comunali per opporsi al progetto maggiore e a piu' alto impatto potenziale.

La maxi centrale a biomasse incombe su Paese

«All'interno dell'area della ditta Padana sono stati recentemente presentati due nuovi progetti da parte di altre aziende (le ditte "San Giorgio Energia" e "San Luca Energia") per impianti ben più piccoli, ma comunque che necessitano di alimentazione e scarichi, e ne sono previsti altri due di analoga taglia» si legge nella relazione, "Ai fini di una valutazione generale obiettiva con riferimento al territorio, il progetto dovrebbe essere esaminato complessivamente. Il frazionare su piu' impianti e su aziende tra loro diverse, ma tutte che forniscono l'energia termica a Padana, può anche sembrare un espediente per frazionare le problematiche e valutarle tutte separatamente: come sfogliare petalo per petalo una margherita rappresentata, in questo caso, dall'interesse collettivo della comunità di Paese».

Paolo e Giorgio Gazzola, proprietari del Gruppo Padana
Paolo e Giorgio Gazzola, proprietari del Gruppo Padana

Proprio con queste premesse, l'amministrazione Pietrobon nel suo documento inviato alla Regione, che dovrà rilasciare l'autorizzazione, chiede «di verificare se la sommatoria delle potenzialità degli impianti determini la necessità di svolgere la procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale». «Rischiamo un impianto mega, nonostante già ci preoccupi alquanto già solo l'impianto principale», chiarisce il sindaco Francesco Pietrobon. «Il progetto va valutato nell'insieme, i cinque impianti non devono essere slegati. Il problema è anzitutto la location: il Gruppo Padana si trova incuneato in mezzo a un paese e già i camion da e per le serre beneficiano di una deroga per passare sulle strade residenziali. Cosa ne sarà se dovessero arrivare anche gli impianti a biomasse?».

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