Surf sul cofano, cade e muore: chiesto il processo per l’amico
Andrea Kovacaj era al volante dell’auto su cui era salito Lorenzo Pjetrushi la notte del 20 gennaio 2024 a Cimadolmo. Il 18enne restò in coma per nove giorni poi venne dichiarato il decesso

Chiesto il processo per Andrea Kovacaj, il ventenne di Ormelle che la notte del 20 gennaio del 2024, investì Lorenzo Pjetrushi dopo che quest’ultimo si era seduto sul cofano dell’auto in movimento in un parcheggio di viale dello Sport, nei pressi dei campi di calcio a Cimadolmo. Pjetrushi, un giovane di origine albanese, studente del quinto anno all’istituto “Isis Obici” di Oderzo, indirizzo meccanica, morì 9 giorni dopo, il 29 gennaio, all’ospedale di Treviso, dove era stato ricoverato per i gravi traumi riportati nell’incidente.
Il sostituto procuratore Barbara Sabattini contesta all’imputato (difeso dall’avvocato Lucio Martignago) il reato di omicidio stradale per aver permesso a Pjetrushi di sedersi sul cofano della sua Ford Focus station wagon, in movimento, viaggiando all’andatura di 15-20 chilometri orari per una cinquantina di metri, provocando ad un certo punto la caduta e l’investimento della vittima. L’udienza preliminare, tenutasi mercoledì mattina, 7 maggio, davanti al giudice Carlo Colombo, è stata rinviata al 15 luglio per l’adesione dei legali allo sciopero indetto dall’Unione delle Camere penali contro il decreto Sicurezza del governo.
Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri della stazione di San Polo di Piave, competenti per territorio, quella sera alcuni ragazzi s’erano ritrovati per festeggiare il compleanno di un cugino della vittima. Erano tutti nell’auto condotta da Kovacaj, ed erano diretti alla discoteca Anima di Spresiano.
Poco prima di partire, Pjetrushi s’era messo a fumare una sigaretta e, mentre l’auto di Kovacaj era in movimento, salì sul cofano. Ad un certo punto, dopo aver percorso una cinquantina di metri, Pjetrushi scivolò dal cofano e venne investito dall’auto in movimento. Tutti si impegnarono a soccorrere Pjetrushi che era finito con il corpo sotto l’auto. Immediatamente i giovani lanciarono l’allarme al 118, mentre cercavano di estrarre il giovane. Quando l’elisoccorso atterrò sul posto, la situazione apparve ai sanitari subito molto grave. Pjetrushi venne ricoverato nel reparto di rianimazione del Ca’ Foncello di Treviso dove morì nove giorni dopo il ricovero. Troppo grave il politrauma riportato nell’investimento.
I famigliari di Pjetrushi si sono costituiti parte civile con l’avvocato Paolo Pastre: «Vogliamo saper soltanto la verità ed avere giustizia», dicono i genitori. «Non ci interessa l’aspetto economico della vicenda».
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