Omicidio Favaretto, la perizia: «Fatale il fendente del minorenne»

Per Francesco Favaretto, 22enne ucciso a Treviso, furono fatali non solo la bottigliata della 17enne al collo ma anche i colpi del 15enne, oggi in carcere, e dagli altri della gang

Omicidio Favaretto, una perizia inguaia anche il minore: «Il suo fendente al torace è stato mortale»
Omicidio Favaretto, una perizia inguaia anche il minore: «Il suo fendente al torace è stato mortale»

Fu il colpo inflitto nella parte sinistra del torace a causare i due arresti cardiaci di cui fu vittima Francesco Favaretto, il 22enne morto all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dopo undici giorni di coma profondo ininterrotto dopo essere stato aggredito, il 12 dicembre scorso, in via Castelmenardo, da una gang di dieci tra ragazzi e ragazze che volevano rapinarlo di un panetto di hashish.

Lo ha stabilito il medico legale Antonello Cirnelli, nella sua perizia, disposta un mese fa dal tribunale dei minorenni di Mestre, per valutare se il colpo, inferto durante la prima parte dell’aggressione, cui partecipò il minorenne rinchiuso nel carcere minorile di Santa Bona (difeso dall’avvocato Fabio Crea), sia stato una concausa del decesso.

Le conclusioni del noto medico - legale veneziano, di segno diametralmente opposto a quelle del consulente della difesa, il professor Massimo Montisci, sono inequivocabili. Quel primo colpo sulla parte superiore dell’emitorace sinistro fu decisivo per la morte di Favaretto e il dottor Cirnelli ne ha spiegato a lungo, documenti alla mano, i motivi.

In particolare, tenendo conto dei verbali dell’ambulanza, degli esami radiologici eseguiti nonché dei vetrini istologici dell’autopsia disposta dalla procura di Treviso, il dottor Cirnelli ha spiegato come Favaretto sia andato incontro a due arresti cardiaci senza mai di fatto riprendersi nelle funzioni vitali: il primo quando era ancora in ambulanza, quindi prima delle 20.41 del 12 dicembre, ora in cui Favaretto entrò in ospedale, ed il secondo alle 20.52 quando si trovava da più di dieci minuti al Ca’ Foncello e veniva trattato da specialisti chirurghi, chirurghi vascolari e otorino.

Fu infatti la coltellata nella parte superiore sinistra del torace a determinare l’infiltrazione dell’aria tra le superfici pleuriche fino a determinare un quadro di pneumotorace iperteso ed pneumomedistino con conseguente ostacolo al funzionamento del cuore e danni cerebrali irreversibili da “encefalopatia post anossica” per mancanza di ossigeno al cervello.

Il secondo colpo ossia la bottigliata della 17enne sferrata sulla superficie laterale destra del collo avrebbe poi peggiorato il quadro clinico solo dopo la tac delle 21.36 quando il paziente veniva accompagnato in sala operatoria.

Di qui, la conclusione del perito secondo cui entrambe le lesioni inferte hanno concorso a determinare la morte di Favaretto.

La difesa ha quindi sollevato il dubbio che l’aria nel mediastino e nell’emitorace sinistro fosse entrata a causa della lesione sul collo, provocata dalla bottigliata. Ma il dottor Cirnelli ha escluso perentoriamente questa possibilità ricordando che la lesione sul collo era a destra mentre il pneumotorace era a sinistra e che l’aria non può aver seguito un tramite dall’alto in basso.

Al termine dell’udienza, il collegio dei giudici del tribunale dei minorenni, presieduto da Patrizia Botteri (a latere Francesco Pompei e Gabriella Coppola), ha disposto il rinvio del processo in rito abbreviato a carica del quindicenne per il prossimo 12 novembre.

E quella sarà la data della discussione e anche della sentenza. Intanto è stato fissata per il 6 novembre al tribunale dei Minori di Mestre l’udienza preliminare per gli altri cinque minorenni accusati di concorso in omicidio e in rapina nei confronti di Favaretto. 

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