Montebelluna, saltava da un tetto all’altro: «Voleva vedere la fabbrica»

Montebelluna, la madre della diciottenne: «La mia Triha l’ha fatto per curiosità». Ora è in ospedale con una gamba rotta. Il sindaco: «Ragazzi, siate prudenti»

MONTEBELLUNA. Triha Bergamo, la ragazza di 18 anni caduta domenica pomeriggio dal tetto di uno dei capannoni del complesso dell'ex Filatura Monti, in via Risorgimento a Montebelluna, si trova sempre in un letto del reparto di ortopedia del Ca' Foncello. Ha riportato un trauma facciale, una scheggiatura del femore, forse una frattura dell'anca. È distesa lì, nel letto dell'ospedale, con forti dolori e una gamba bloccata. Le sue condizioni non destano preoccupazione, ma prima di rimettersi del tutto ci vorrà del tempo. Con lei domenica pomeriggio c'erano altri tre giovani: una ragazza e due ragazzi. Sono stati loro a dare l'allarme e far intervenire così i soccorsi. Avevano passato assieme il pomeriggio, si erano ritrovati sotto la Loggia dei Grani, poi la decisione di fare un’incursione nel complesso industriale abbandonato da tanti anni. E tra un passaggio e un altro c'è stata la caduta, che poteva avere conseguenze ancora più gravi.

Abita in via Sant'Antonio, Triha Bergamo, proprio all'inizio della strada, con la mamma, il papà, due sorelle, mentre una terza sorella vive fuori casa. Sta ancora cercando un lavoro e domenica pomeriggio ha pensato di passare il tempo coi suoi amici all'interno del vasto complesso industriale abbandonato. «Ma non per fare un selfie», spiega la mamma, Vania Zamprogno, «a Triha piace andare a visitare luoghi abbandonati, a vedere come sono. È solo curiosità». Poi tra un tetto e un altro un selfie ovviamente può scappare, per immortalare la visita clandestina in una proprietà privata abbandonata.

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«Aveva attraversato una passerella tra un capannone e un altro», racconta ancora la mamma, «ma nel momento in cui ha messo il piede sull'altro tetto, la copertura in eternit ha ceduto, lei si è afferrata a un tubo, ma questo è rimbalzato ed è caduta. Quando si è risvegliata ha visto davanti a lei medico, infermieri e carabinieri». In casa Bergamo, in via Sant'Antonio, hanno saputo verso le 19 cosa era successo. «Verso quell'ora», dice Vania Zamprogno, «ci è arrivata una telefonata dal pronto soccorso di Treviso, l'ha presa mio marito Luigino e gli hanno spiegato cosa era accaduto. Lui è andato giù subito e poi sono andata io e sono rimasta lì tutta la notte». Una imprudenza che poteva costare ancora più cara quella fatta della 18enne domenica pomeriggio.

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«A quell’età tutti abbiamo commesso delle sciocchezze», commenta il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, «quindi non è certo il caso di fare del moralismo. Però questi giovani devono essere più prudenti. Che sarebbe accaduto se fosse stata da sola? Come sarebbe stato possibile ritrovarla in quel complesso industriale abbandonato?». Però Triha non era da sola, era con tre ragazzi come lei, entrati come lei all'interno dell’ex Filatura Monti scavalcando la recinzione, l'hanno vista cadere dopo che aveva superato la passerella e messo il piede sul tetto del capannone successivo e sono stati loro a dare l'allarme consentendo così ai soccorsi di intervenire. «Sono poi stati in pronto soccorso», spiega Vania Zamprogno, «per vedere come stava la loro amica Triha».

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