Moda&Design verso l'addio a Treviso, tensione nel mondo dell'impresa

Il patròn di Nice Buoro: «Per le eccellenze i soldi saltano fuori» Scettica Salamon: «Corsi troppo costosi, come la Fornace»
La sfilata Iuav
La sfilata Iuav

TREVISO. Design della Moda è pronto a traslocare da Treviso a Venezia. Ma i maggiori imprenditori della Marca, di tasca loro, potrebbero evitare la perdita di questa eccellenza.

A dirlo è Lauro Buoro, patròn della Nice, che però non risparmia critiche su come è stata gestita la partita: mesi di tira e molla sui finanziamenti, dubbi sull’affitto della sede, polemiche sterili. E, quando ormai il trasloco sembra certo, l’appello del vicepresidente della Camera di Commercio di Treviso Mario Pozza: «Ci aiutino i grandi imprenditori trevigiani, a finanziare i corsi».

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Ed ecco la risposta di Buoro: «Dovevano pensarci tre mesi fa, a lanciare appelli agli imprenditori per salvare Design della moda, non ora che le cose sembrano ormai compromesse. Se però ci presenteranno un progetto concreto di rilancio dei corsi a Treviso, gli imprenditori trevigiani, il sottoscritto in testa, contribuiranno alla permanenza di simili eccellenze nel nostro territorio». Messaggio chiarissimo: nonostante la crisi, i soldi potevano saltar fuori, se solo fosse funzionata la cinghia di trasmissione tra istituzioni, associazioni di categoria e imprenditori.

Design della Moda, creatura dello Iuav di Venezia, si appresta intanto a lasciare Treviso, dopo oltre un decennio in cui sforna talenti contesi dagli stilisti, e lo sta facendo tra continue polemiche sui contributi - oggi sono bloccati quelli della Camera di Commercio a causa della nuova legge sugli enti camerali, mentre sono sempre più risicati quelli delle associazioni di categoria - ma anche sui costi della sede, sebbene fosse pronta un’alternativa alla Cittadella Appiani.

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Lo Iuav lascerebbe però Treviso, ha rivelato il direttore di Confartigianato Francesco Giacomin, infuriato, «nel mezzo della trattativa e nonostante gli spetti ancora più di un milione di euro dalla Camera di Commercio, che poteva incassare quando voleva».

«C’è comunque da chiedersi: perché lo Iuav vuole lasciare Treviso?», continua Buoro, «Perché il nostro territorio perde queste eccellenze? Ma soprattutto: se era vera emergenza, perché il mondo delle imprese non è stato coinvolto da chi di dovere per scongiurarla? Perché non sono state coinvolte le aziende? Ora pare sia tardi, però mai dire mai: ci presentino un progetto serio, ci motivino l’importanza per il futuro della permanenza di Design della moda a Treviso, e i soldi salteranno fuori».

Marina Salamon
Marina Salamon

Oltre a Design della moda è destinata a chiudere i battenti anche la Fornace di Asolo, incubatore di servizi per le imprese, e sempre per mancanza di fondi pubblici.Ma per entrambe queste due realtà che o traslocano o chiudono i battenti ci sono anche imprenditori che non piangono. Anzi: «La crisi ha portato alla luce un fatto» dice Marina Salamon di Altana, «che operazioni come Design della moda a Treviso e la Fornace costano troppo e non hanno senso. Prendiamo Design della moda: perché sarebbe scandaloso portarlo a Venezia, lì dove è da sempre lo Iuav? Perché questa mania tutta italiana di sedi universitarie aperte in ogni città? Da Treviso a Venezia basta mezz’ora di treno, e per gli studenti stranieri non cambia nulla. Il punto vero è che simili corsi non erano nel bilancio dei costi dell’università, venendo pagati dalle istituzioni, così come Economia e Legge al San Leonardo: sono anomalie. Così come sono assurdi i costi di simili corsi e degli affitti delle sedi. Era tutto sbagliato. Come pure la Fornace, che mette insieme imprese che hanno interessi diversi: manca sinergia e non so quali servizi abbia alla fine dato alle imprese. I costi però, quelli sì, sono certi».

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