Meschio, scoppia la guerra dell’acqua I gestori delle centraline contro l’Enel

VITTORIO VENETO
Una protesta davvero singolare in città. La prima del genere. I titolari delle concessioni idroelettriche lungo il fiume Meschio protestano perché c’è poca acqua e non possono produrre la quantità di energia che vorrebbero.
Pare, infatti, che la portata media sia inferiore di una decina di centimetri. Anzi, secondo Antonio Pianca, uno degli operatori, la situazione è ben più grave. «A volte la portata è al 50 per cento, molte turbine sono ferme, e in tanti mi chiedono le ragioni della poca acqua, che non dipende – o solo in parte – dal periodo siccitoso. Il problema è che a Savassa dal lago di Negrisiola viene deviata verso il canale del Castelletto che infatti è sempre pieno».
A San Giacomo l’altezza media dell’acqua è in effetti di 71 centimetri, ora sono a 60, immaginate quanti metri cubi di acqua mancano. «L’acqua rilasciata dall’Enel serve per la maggior parte all’irrigazione – spiega l’assessore comunale Bruno Fasan - per questo, dal lago di Negrisiola nel periodo estivo escono 4,5 metri cubi al secondo di acqua, un metro cubo in più rispetto al resto dell’anno. Ci sono le varie prese di captazione che si prendono l’acqua. Nel rimanente periodo l’acqua è tutta delle centraline». Per Mirella Balliana, consigliere di Rinascita Civica e Partecipare, queste lamentele «sono paradossali».
«Coloro che per tutto il tempo dell'anno sfruttano un bene comune per un ritorno economico totalmente privato si lamentano della poca quantità d'acqua che giunge ai loro impianti causa le disposizioni di Enel che gestisce il rilascio dei flussi d’acqua – insiste Balliana - guarda caso stiamo parlando delle stesse centraline che per lunghi periodi dell’anno non garantiscono il rilascio del deflusso minimo vitale lungo l’asta principale del fiume, un obbligo di legge, immettendo gran parte dell'acqua nelle proprie derivazioni per la produzione di energia elettrica causando un degrado paesaggistico, danni alla fauna ittica compromettendo la vita del fiume, considerando pure che il Meschio è sito d’ importanza comunitaria inserito nella Rete Natura 2000 per la presenza di specie acquatiche a rischio d’estinzione quali la lampreda padana». Balliana invita l'amministrazione comunale a prendere seriamente in esame gli effetti cumulativi di frammentazione ecologica causati dalle ormai troppe centraline presenti lungo il Meschio e ad analizzare i problemi relativi anche alla sicurezza idraulica quali ad esempio la formazione di invasi con enormi quantità d'acqua che destano qualche preoccupazione. —
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