Lo scandalo vaccini dilaga in Friuli L'azienda sanitaria denuncia la Petrillo

L’azienda sanitaria di Codroipo conferma: «Verosimile che abbia finto di fare le punture». Settemila da rivaccinare
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TREVISO. Settemila bambini da vaccinare di nuovo, pari a un terzo delle dosi somministrate in Friuli ai piccoli sotto l’anno di età, circa la metà di quelle date ai bambini più grandi. Tutti vaccinati a Codroipo dal 2009 al 2015, periodo in cui Emanuela Petrillo ha lavorato in quella azienda sanitaria. «E non ci sono dubbi sull’operato degli altri colleghi», precisa il direttore generale friulano Pierpaolo Benetollo. Come è stato possibile? Il manager della sanità esclude l’ipotesi che le partite di vaccino non siano state efficaci. Parla dell’assistente pronunciando le sue iniziali E.P., ma è lapidario: «Immagino che preparasse il vaccino ma, pur facendo la puntura, non iniettasse la dose». Ed ecco che accanto al “caso Treviso” si profila un analogo “caso Friuli”, ma di proporzioni ben più pesanti.

Udine 30 Aprile 2017. Conferenza stampa sui vaccini al Dipartimento di prevenzione. © Foto Petrussi
Udine 30 Aprile 2017. Conferenza stampa sui vaccini al Dipartimento di prevenzione. © Foto Petrussi

False vaccinazioni a Treviso: la difesa di Emanuela Petrillo, "Ho sempre vaccinato"

Sei anni di presunte mancate vaccinazioni che hanno portato la direzione sanitaria dell’Aas 3 di Udine alla clamorosa decisione, annunciata ieri durante una conferenza stampa straordinaria. D’obbligo l’incontro con i giornalisti dopo che su la tribuna di Treviso e sul Messaggero Veneto è uscita l’anticipazione, confermata ieri, che una sessantina dei 120 bambini - del periodo Petrillo - sottoposti finora ai controlli dal Distretto sanitario di Codroipo sono risultati privi di copertura vaccinale.

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E quindi, per precauzione, ieri l’Aas 3 ha attivato un piano straordinario di richiamo destinano appunto a tutti i bambini vaccinati a Codroipo dall’assistente sanitaria trevigiana poi passata a lavorare alla Madonnina di Treviso, ex Usl 9 oggi Usl 2, sospettata anche qui di aver finto di somministrare le vaccinazioni o di non averlo fatto correttamente, come ha denunciato per primo il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, tanto da convincere la magistratura trevigiana a riaprire l’inchiesta sull’operato della donna a Treviso, anche se la Petrillo ha sostenuto di essersi comportata «sempre correttamente» e di «non essere una anti-vaccino».

Ma l’Usl 2 non la pensa così, e infatti sta seguendo un doppio percorso: da una parte insieme a Procura e Nas sta raccogliendo le prove facendo prelievi di sangue a un campione di bimbi non vaccinati dalla Petrillo per compararlo con quello dei vaccinati dalla Petrillo; dall’altra, richiamare tutti i bimbi presunti non vaccinati dalla Petrillo a Treviso, che sono 500.

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Mentre a Udine, attuando il principio della «massima precauzione», la task force sanitaria interaziendale dell’Aas 2 ha deciso di ripetere le vaccinazioni a settemila bambini, somministrando di nuovo, in tutto, 20 mila dosi di vaccini, per una spesa di qualche centinaio di migliaia di euro. I controlli e i prelievi di sangue partiti giorni fa su un campione di duecento bambini che a Codroipo hanno ricevuto l’intero ciclo vaccinale dalla Petrillo non sono ancora stati ultimati, i dati definitivi delle analisi saranno infatti pronti domani, ma i primi dati a disposizione della task force interaziendale - formata da Regione, Asuiud e Aas 3 - hanno portato alla luce sufficienti scoperture vaccinali per intervenire subito richiamando tutti i bambini.

La task force udinese ha anche deciso di avviare un’azione legale sul caso, prima però dovrà capire se le mancate iniezioni siano attribuibili con certezza assoluta all’assistente sanitaria. Le vaccinazioni vengono infatti eseguite alla presenza di due assistenti, che si alternano nella somministrazione. Ma è anche vero che, all’inchiesta trevigiana partita nei giorni scorsi sulla Petrillo per il suo successivo operato alla Madonnina, c’è ora da aggiungere il presunto precedente di Udine. E proprio ieri, dopo quella di Treviso, anche la Procura di Udine ha deciso di aprire un fascicolo, al momento a carico di ignoti, sulle “finte” vaccinazioni. Le ipotesi di reato sono quelle di omissione d’atti d’ufficio e falsità in certificazioni.

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«Quello che è chiaro già oggi», ha detto ieri il direttore generale dell’Aas 3, Pier Paolo Benetollo, in attesa dei numeri precisi che saranno disponibili solo domani, «è che alcuni vaccini sono stati somministrati “per finta”. Riteniamo che solo una parte delle dosi somministrate dall’assistente sia stata fatta scorrettamente. Quindi nel complesso la maggior parte delle vaccinazioni somministrate è certamente efficace. Questo fa sì che attualmente i bimbi siano protetti, ma non possiamo avere certezza che la loro protezione duri per tutta la vita o per il tempo previsto». Di qui la decisione di allargare a tutti il raggio del richiamo appunto seguendo il principio della precauzione.

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