Il caso delle false vaccinazioni di Treviso: vaccinato per la varicella, si ammala

Un caso emblematico, per l’Usl, che conferma i pesanti sospetti sull'assistente sanitaria

TREVISO. Si è ammalato di varicella pochi mesi dopo aver fatto il vaccino. Un evento raro, ma possibile, come spiega la statistica sull’utilità e l’efficacia della profilassi. Ma quando la mamma, poche settimane fa, si è vista convocare dall’Usl 2 per una serie di esami necessari a verificare la vaccinazione del bambino, quell’evento raro è diventato un caso emblematico, da approfondire; per l’azienda sanitaria l’ennesima conferma che Emanuela Petrillo non avrebbe fatto quello per cui era al lavoro.

Dai registri della Madonnina, il centro di prevenzione dell’ex Usl 9 ora Usl 2, il bimbo infatti risultava uno dei tanti vaccinati dalla 31enne assistente sanitaria oggi al centro di un procedimento disciplinare e di una vera e propria bufera mediatica scatenata dalla denuncia dell’azienda sanitaria che la considera responsabile di oltre 500 finte vaccinazioni.

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Il caso è emerso nel corso dell’attività di indagine interna fatta dalla direzione del Ca’ Foncello dopo l’archiviazione dell’inchiesta della Procura, svolta attraverso i carabinieri del Nas. L’ospedale aveva deciso di richiamare una serie di bambini per verificare la loro vaccinazione, per farlo ha scelto di convocare 50 dei circa 80 bambini sottoposti alla profilassi per il morbillo-parotite-varicella-rosolia (Mpvr) nel periodo in cui la Petrillo lavorava all’ambulatorio delle vaccinazioni. La scelta era guidata dal fatto che quel vaccino fosse l’unico effettuato con un unica dose, senza richiami se non a 4-5 anni di distanza. Aveva per ciò convocato i piccoli suddividendoli in due gruppi: quelli vaccinati da Petrillo e quelli vaccinati da altri. Tra questi ultimi tutti sono risultati coperti, tra quelli in carico all’assistente sanitaria solo 4 risultavano avere gli anticorpi, gli altri 21 no.

Di qui l’allerta e la scelta di richiamare anche altri bambini. È in questo frangente che alla Madonnina è arrivata la madre del bimbo che si era ammalato di varicella.

La donna, quando si era vista convocare dall’azienda sanitaria, una volta capito che qualcosa non quadrava, ha deciso di sottoporre il bimbo all’esame sulla copertura vaccinale non alla Madonnina, ma in una ambulatorio privato. Il responso: il bambino aveva avuto la varicella. Ma com’era possibile?

Un “fallimento vaccinale” come da testi di letteratura medica? Di certo i responsabili dell’azienda sanitaria l’hanno preso in considerazione, ma dopo aver verificato chi aveva fatto il vaccino al bimbo – ovvero Petrillo – hanno considerato il caso come la conferma dell’accusa, e hanno dovuto spiegare l’accaduto alla madre non senza difficoltà e imbarazzi, dovendo per ciò provvedere ad effettuare la vaccinazione di copertura per le altre malattie previste dalla profilassi che, a quanto sospettato, non era stata fatta.

Federico de Wolanski

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