Liquido viola nel Monticano allarme e analisi delle acque

L’episodio ieri pomeriggio a Motta di Livenza, denuncia partita da un pescatore I residenti accusano le cantine: «Succede sempre nel periodo della vendemmia»

MOtta di livenza

Potenziale disastro ambientale a Motta di Livenza. Ieri pomeriggio verso le 16 le acque del Monticano, in località Redigole, si sono tinte di scuro. Un liquido violaceo e dall’odore acre proveniente da una canaletta di scolo si è riversato nelle acque del fiume. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco e della polizia locale di Motta per cercare di fermare la situazione.

L’allarme

La condizione pericolosa del Monticano è stata segnalata da Omar Toffolo, titolare di un negozio di pesca della zona. «Un mio cliente si è accorto di quanto stava avvenendo è venuto nel mio negozio di pesca e mi ha raccontato il fatto - spiega Toffolo - ho chiamato la polizia locale che a sua volta ha contattato i vigili del fuoco. Sono stati entrambi celeri e disponibili. Sono un pescatore, questa zona la conosco molto bene e purtroppo è un problema che si ripete più volte in più canali. Nel 2018 riversare nel fiume sostanze tossiche è un atto grave. Bisogna aprire gli occhi, quando succedono questi casi è necessario denunciarli e prestare attenzione. Quest’acqua prima o poi finisce nei nostri bicchieri».

Cantine sotto accusa

Un problema che sembra presentarsi nella zona ogni anno, da metà agosto a fine settembre, proprio nel periodo delle vendemmie. Diversi i residenti che sono accorsi sul posto e che hanno dichiarato che questa criticità si presenta da più di due anni, sempre di sabato quando la soglia dell’attenzione è bassa. «Abbiamo segnalato la questione al Comune, anni fa era stata messa una serpentina, ma è scomparsa» hanno dichiarato i presenti.

Gli effetti

Sconosciuta la composizione della sostanza, le alghe venute in contato con il liquido hanno acquisito un aspetto bruciato, di color grigio, senza vita, la fauna ittica sembra scomparsa. «Ieri il fiume non era in queste condizioni, è una cosa che sta succedendo ora, sicuramente se andiamo a valle troveremo dei pesci morti. Questa mattina il mio cliente aveva sentito un odore acre. Ci vuole maggiore sensibilità verso l’ambiente», ha concluso Toffolo.

I vigili del fuoco intervenuti hanno iniziato a risalire la canaletta e i tombini per cercare di trovare l’origine dello sversamento e il colpevole. Il liquido pesante e non oleoso si è depositato sul fondo, l’unica soluzione per bloccare il flusso dell’acqua inquinata è stata la chiusura della chiavica, col rischio però di allagare le case nelle zone depresse. «Un fatto molto grave – dice Tommaso Cappuccio, coordinatore vigilanza Fipsas, Federazione italiana pesca sportiva attività subacquee di Treviso - la questione è grave, 20 giorni fa è successo qualcosa di simile nel canale Piavon a Oderzo, non vogliamo puntare il dito contro nessuno ma è giusto che qualcuno si prenda la propria responsabilità, si creano danni ecologici grossi con questi atti». Sul posto il Consorzio di bonifica Piave per la chiusura della chiusa, e la protezione civile di Motta.

Le analisi

I vigili del fuoco hanno allertato l’Arpav, agenzia regionale per l’ambiente, per prendere dei campioni del liquido e misurare il livello di ossigeno presente nelle acque. —

Gloria Girardini

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