L’evasione di lady Calzedonia, guerra su 1,7 milioni confiscati

Castelfranco, “scongelati” i beni per 578 mila euro di Dina Scarabellotto, ancora bloccati gli altri. Lei e il marito Michele Vettori gestiscono in franchising 14 negozi del marchio

CASTELFRANCO. Fatture false per un’evasione fiscale milionaria, protratta per cinque anni. E ora la battaglia legale su un maxi sequestro da oltre un milione e settecentomila euro fra conti correnti, ville e appartamenti. Nel mirino della guardia di finanza e della Procura, a vario titolo, ci sono gli imprenditori castellani Dina Scarabellotto, 45 anni, e Michele Vettori, 47, moglie e marito, rispettivamente titolare e legale rappresentante della Dinamiche Snc, società che gestisce in franchising 14 monomarca Calzedonia in tutta la provincia di Treviso.

A disporre il sequestro preventivo dei beni finalizzato alla confisca è stato il giudice per le indagini preliminari di Treviso lo scorso 20 febbraio. Un sequestro che è andato a “congelare” tre diversi filoni patrimoniali: quello della società Dinamiche Snc per un importo di poco superiore ai 581 mila euro; quello personale di Michele Vettori per un valore simile, di poco inferiore ai 581 mila euro; infine il patrimonio personale di Dina Scarabellotto per quasi 578 mila euro. In tutto, oltre un milione e settecentomila euro. Nella vicenda – sequestro e indagine – Calzedonia non ha alcun ruolo: la società castellana, come detto, ne è sganciata e opera in franchising.

Contro il sequestro preventivo dei beni, Dina Scarabellotto personalmente e la sua società hanno presentato ricorso al tribunale del riesame, ma il 20 maggio di quest’anno è arrivata la conferma di quanto deciso dal gip. Ora però la Cassazione ha parzialmente accolto il ricorso successivo, presentato dall’avvocato Fabio Pinelli: il sequestro dei beni a carico della Dinamiche Snc e di Michele Vettori è stato confermato, quello sui beni dell’imprenditrice invece no. Motivo: Scarabellotto non è indagata, lo è il solo marito in quanto legale rappresentante della società. In pratica, le dichiarazioni dei redditi con la presunta evasione portano la firma di lui, non di lei.

 Una battaglia legale su questo fiume di denaro che non finirà qui: il sequestro, spiega l’avvocato Pinelli, è ancora cautelare perché il procedimento penale è ancora fermo alle indagini preliminari.

Sono stati i finanzieri del comando provinciale di Vicenza, lo scorso giugno, a eseguire i decreti di sequestro preventivo per un importo complessivo di 2,2 milioni di euro. Oltre a Vettori e Scarabellotto, nel mirino è finito Gian Paolo Stocco, 74 anni, di Borso del Grappa. Sul registro degli indagati ci sono solo i due uomini. A Stocco erano riconducibili due società con sede a Bassano del Grappa, Tunnel e Ddqs, risultate secondo i finanzieri in regime di evasione fiscale totale. Entrambe queste società, inoltre, avevano un filo diretto che le legava a Castelfranco: presentavano importanti e frequenti cessioni, per un totale di circa 3,5 milioni di euro dal 2014 al 2018, nei confronti della Dinamiche Snc. Cessioni «oggettivamente inesistenti», per gli investigatori. In pratica, secondo l’accusa, Vettori pagava Stocco per cessioni inesistenti, creando voci di passività che alleggerivano di molto la dichiarazione dei redditi della società sua e di sua moglie. Quei soldi, poi, sempre secondo l’accusa, tornavano “in nero” nelle tasche degli imprenditori castellani. –


 

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