La strage dei ragazzi a San Donà. Giulia, l’ultimo video alla festa dell’amica poi il messaggino a papà

SAN DONA'. L’ultimo messaggio è arrivato a Bruno Bincoletto, padre di Giulia, alle 2. 10: «Papà stai tranquillo, sto tornando a casa». Giulia Bincoletto, la 25enne morta nel tragico incidente stradale sulla bretella San Donà-Noventa, era stata a una cena di laurea di un’amica al ristorante il Burcio di Noventa.
Voleva andare a fare un salto al Marina Club di Jesolo, ma, essendo sola dopo la cena, aveva preferito optare per la via di casa tranquillizzando per questo papà Bruno e mamma Valentina, quindi la sorella di 19 anni Martina.
Bruno è molto conosciuto a San Donà ed è titolare del chiosco “Chiringuito” in golena, ora chiuso nella stagione invernale, locale molto amato dai giovani in cui lavorava di tanto in tanto anche la ragazza.
In questi giorni Bruno ha aperto anche una casetta di Natale in legno in piazza Indipendenza per servire vin brulè e cioccolata calda nel piccolo villaggio di Natale.
Al Burcio di Noventa, Giulia aveva festeggiato la laurea di un’amica postando il suo ultimo video: per una tragica fatalità il ristorante della famiglia di Giorgia Diral, unica superstite del tremendo incidente stradale in cui persero la vita i 4 amici a Jesolo la notte del 13 luglio. Ragazzi che lei conosceva bene perché anche loro, come Giulia, lavoravano all’outlet di Noventa. Giulia aveva lavorato prima alla rivendita “Sutto Wine”, poi al negozio di abbigliamento “Gutteridge”, infine, da circa un mese, al negozio di gioielleria “Luxury”, sempre all’outlet, in cui aveva appena terminato il periodo di prova propedeutico all’assunzione.
Quest’estate aveva acquistato i biglietti per il prossimo concerto di Ligabue a Campovolo: «Non vedo l’ora di andare. Stiamo tornando» aveva scritto sul suo profilo Facebook.
E sempre sul social network in cui descriveva la sua vita di tutti i giorni e le sue amicizie aveva scritto di recente un post dedicato a un amico, Giacomo Rosada, morto in un incidente stradale nel 2013 a Musile: “Angelo Mio”, lo aveva definito in un dolce ricordo ora che si avvicinano le feste natalizie.
Tante storie di una ragazza piena di energia e di vita che al Chiringuito aiutava il papà fino a diventare in qualche modo anima del locale con la sua verve e carisma anche al bancone nel preparare i cocktail.
«Lei era pronta ad aiutare tutti» ricorda papà Bruno commosso nella casa di via Bosco Chiesanuova, dove viveva Giulia con i genitori e la sorella minore «ma questa volta non ce l’ha fatta. Ci siamo sentiti via messaggio alle 2.10, stava tornando. Non era una che guidava a grande velocità, sempre prudente. Poiché era sola, ha rinunciando ad andare a Jesolo dopo la cena di laurea con gli amici e stava rientrando a casa. Io e mia moglie non l’abbiamo più sentita. Nessuna telefonata o messaggio alle 3, poi alle 4, alle 5 e neppure alle 6. Nessun segno dal telefonino. Non siamo riusciti a dormire e così la mattina presto sono andato in auto a Noventa, ho girato un po’ alla ricerca dell’auto. Alle 8 del mattino i carabinieri sono arrivati a casa nostra e ci hanno comunicato dell’incidente stradale in cui era morta».
Da quel momento è stato tutto chiaro e l’incubo è iniziato. Bruno e Valentina si sono stretti nel dolore con Martina. Hanno pianto assieme e ricevuto la visita di parenti e amici che hanno cercato di confortarli.
Hanno affrontato il dolore con compostezza e una sofferenza che li sta scavando dentro. Anche il cagnolino Pippo, un bastardino di colore nero che lei adorava, ha saltellato per tutto il giorno in casa, nervosamente. Gli manca la sua padroncina che non vedrà più.
«Giulia c’era sempre, anche al chiosco in golena quando arrivava era tutto diverso», conclude con gli occhi lucidi papà Bruno «era veramente speciale, mancherà tantissimo a tutti noi». —
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