L’ex banca di Treviso diventa un’escape-room tra alieni, maghetti e tensioni horror
Cinque stanze, 60 minuti per uscire in tempo a gruppi da 2 a 8 persone: la nuova frontiera del team building

Una forma di svago avvincente in salsa moderna, viale della Repubblica si arricchisce di un nuovo ambiente di gioco, è arrivata l’escape room 4.0 del franchising Cronos.
Dopo essere rimasto sfitto un anno, lo stabile dell’ex-banca Credem ha ripreso vita con un’attrazione di intrattenimento per strada Ovest: la catena ha aperto la propria diciottesima sede in Italia ed è guidata da Alberto D’Annibale, 29enne veronese che nel 2017 ha fondato Cronos.
Più di 100 dipendenti su scala nazionale, ora il sistema di escape room all’avanguardia è sbarcato anche nel capoluogo di Marca: 250 metri quadrati, tre stanze già attive e due in arrivo, 60 minuti per uscire in tempo da ognuna di esse a gruppi da 2 a 8 persone.
Non solo ristoranti, largo a nuove attività nella zona in cui imperano le discoteche e la nightlife; anche a Treviso le escape room si propongono come via di divertimento alternativa e Cronos punta a vivacizzare il quartiere con un’altra idea per il tempo libero.
Lo staff guida l’esperienza dei clienti da remoto, orientando le scelte dal centro di comando, dotato di schermi, tastiere e funzioni in grado di rendere imprevedibile l’ora gioco, ma tutto si resetta con un interruttore a partita finita: «Vogliamo accompagnare i clienti, senza risultare invadenti- racconta Manuela Romanelli, addetta al gameplay- l’informatica e l’elettronica ci aiutano a pilotare l’azione garantendo un’esperienza immersiva. È questo il segreto di Cronos: lasciare che i giocatori si dimentichino di essere in un’escape room, inserendoli in un contesto dove gli enigmi siano intricati e stimolanti».
Psycho Hospital 1969, Scuola di Magia e Area 51 sono i riferimenti di Cronos, anche a Treviso gli spazi regalano un’avventura originale a chi volontariamente si fa rinchiudere, tra led luminosi, effetti speciali, macchine fumo, audio e video. Il design moderno e la diversità di materiali utilizzati rendono i locali paurosamente realistici.
E, proprio in Psycho, i jump scare sono garantiti: «Ma le escape room non sono solo horror, puntano a creare un’emozione, qualunque essa sia. Ci sono dipendenti di aziende che vengono per fare team building, uscire non è semplicissimo, anzi: solo un gruppo su tre ne esce fuori mediamente, la diversità degli enigmi proposti rende tutto più difficile a chi è abituato ad altre escape room».
E in effetti sbloccare le fasi successive del gioco non è più immediato: «Scuola di Magia piace perché non ci sono lucchetti, utilizziamo soprattutto i magneti, alcuni spazi da scoprire nella stanza non si vedono nemmeno. C’è un pulsante di emergenza da schiacciare se serve, ma non c’è stato ancora bisogno di intervenire. Chi viene vuole provare l’esperienza horror, ma spesso se si trova bene prova tutte le room».
Arriveranno anche le stanze Jungle e L’Esorcista, il numero di aree di gioco salirà a 5; ancora nessuna news sulle tempistiche e, soprattutto niente spoiler: «Noi dipendenti saremo i primi a provarle, facciamo un campionato fra tutte le sedi per testarle. Lo scopo è fare meglio di tutti, componiamo una sorta di campionato tra lo staff di Cronos.
Capita di fermare il gioco se i partecipanti forzano inutilmente materiali delicati, basta la forza di un mignolo a sbloccare ogni passo. Chi viene da noi vuole divertirsi, la confusione allegra è ben accetta, mai la maleducazione»,
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