«La chiesa di Sant’Anna è mia» Privato fa causa alla parrocchia

IL CASO
La chiesetta di Sant’Anna, datata 1265, diventa motivo di contesa tra un privato, che rivendica la proprietà del terreno, e la parrocchia. Un suseganese, ex emigrante in Svizzera ritornato in paese da qualche anno, uno tra i diversi eredi dell’area in località Sant’Anna, ha presentato un esposto su presunti abusi edilizi. Ma, mentre il Comune archivierà il caso perché non sono stati rilevati abusi edilizi, a dicembre si svolgerà la prima udienza in tribunale sull’usucapione dell’antica chiesa. «Questa persona continua ad insistere perché la chiesa sorgerebbe su un suo terreno, abbiamo così dovuto procedere con un avvocato», spiega don Stefano Sitta, parroco di Collalto e Barbisano. Il sacerdote sospira, poiché avrebbe volentieri evitato di dover rivolgersi ad un legale, per un bene che da sempre è appartenuto alla parrocchia. Fin dal Medioevo lì è documentato il passaggio di pellegrini, su quella che fu la Via Claudia Augusta. «Ci sono diversi eredi, ma solo uno sostiene che sono state fatte delle modifiche sulla struttura e che il terreno è suo – racconta il parroco - due anni fa ha anche cacciato un gruppo di scout perché lo considera suo territorio».
Dedicato in origine a Santa Maria di Marcadello, il tempietto venne fatto ampliare nel XV secolo da Mattea Collalto. Nel ‘700 fu intitolata a Sant’Anna, sembra dopo un restauro. Il Comune sta con parrocchia e associazioni, per la difesa di quell’area da cartolina, dove si mescolano ambiente e fiume Piave, storia sacra e valori di patria nei luoghi della Prima Guerra mondiale. «Continueremo a difenderci – spiega il sindaco Vincenza Scarpa - dispiace che sorgano queste diatribe, perché persone con spirito di volontariato hanno reso più fruibile un luogo di pregio». Intanto oggi inizia la storica “Sagra di Sant’Anna”, organizzata da Pro loco e Festeggiamenti Collalto.
Tra una grigliata e uno spiedo, una serata di ballo ed escursioni tra Piave e Grande Guerra, l’argomento sulle bocche di tutti sarà la proprietà della chiesetta. Interrato davanti all’edificio è rimasto un arco di un ponte di epoca romana. C’è chi già si chiede se arriverà qualche antenato di un imperatore romano a rivendicarne la paternità. —
DI.B.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso