Il pm: «Rizzo aveva preparato l’agguato»

Contestata la premeditazione: in aula l’uomo non parla ma piange con gli avvocati. Il figlio: «La legge faccia il suo corso»

CONEGLIANO. Il giudice delle indagini preliminari Umberto Donà ha convalidato l’arresto di Stefano Rizzo, l’operaio dell’Asco Tlc, arrestato per l’aggressione della moglie Gianangela Gigliotti a colpi di accetta. Il pm Barbara Sabattini gli contesta l’accusa di tentato omicidio con l’aggravante della premeditazione. Del resto il biglietto lasciato sul cruscotto dell’auto della compagna era piuttosto chiaro. Rizzo, inoltre, rimane dietro le sbarre. Il gip ha infatti respinto la richiesta della difesa (rappresentata dagli avvocati Barbara Cotrufo e Annamaria Giovanetti) di concedere all’uomo gli arresti domiciliari. L’attuale compagna di Rizzo aveva dato la sua disponibilità ad accoglierlo in casa per evitargli il carcere. Ma secondo il gip Donà, infatti, sussistono le esigenze cautelari del pericolo di fuga e di reiterazione del reato.

È questo l’esito dell’udienza di convalida dell’arresto di Stefano Rizzo. Ieri mattina l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. «È un uomo ancora sotto shock per quanto è successo», spiega uno dei suoi legali, l’avvocato Cotrufo, «e, per il momento, non è in grado di sostenere un interrogatorio».

Rizzo, in aula, davanti al gip Donà, è apparso tranquillo. Ma, di fronte ai suoi legali, prima che iniziasse l’udienza, ha pianto. «Ho conosciuto», precisa l’avvocato Cotrufo, «un uomo sconvolto e provato da quanto è accaduto. Era esasperato dai debiti, da pignoramenti e ingiunzioni. Dei 1.800 euro di stipendio mensile gliene restavano 300. Non siamo di fronte ad un criminale incallito ma ad una persona che è esplosa nel modo sbagliato».

I legali di Rizzo stanno già lavorando per presentare, entro il termine, il ricorso al tribunale del Riesame di Venezia per farlo uscire di galera.

Nel frattempo, il figlio di Rizzo apprende con distacco la notizia della decisione del gip di tenere il padre dietro le sbarre del carcere di Santa Bona. «Posso solo dire che è giusto che la legge venga applicata e che la giustizia faccia il suo corso».

È stata una settimana pesantissima per lui, studente all’ultimo anno dell’istituto agrario «Cerletti» di Conegliano. Mercoledì notte l’aggressione alla madre a colpi di accetta. Poi i quattro giorni di caccia all’uomo, con lui che pubblica su internet la foto del padre in fuga. Infine la cattura di Stefano Rizzo. «Ho passato dei brutti momenti e sono stanchissimo».

Sulle condizioni della madre dice: «Per il momento è stabile. Oggi pomeriggio (ieri, ndr) subirà un altro intervento chirurgico. I medici hanno sospeso le visite per farla riposare. Ha bisogno di tranquillità».

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