Gi.Di. sfonda quota 42 milioni brevetti e scarponi da 35 anni

vazzola. La Gi.Di. Meccanica S.p.A. di Vazzola ha festeggiato nei giorni scorsi i suoi primi 35 anni di attività, con un fatturato che ha superato i 42 milioni di euro per 140 dipendenti (cui si aggiungono i 110 della filiale rumena). Negli anni è diventata leader nella produzione delle leve e meccanismi per gli scarponi da sci (copre ben il 60% del mercato mondiale) ma trasferisce le sue competenze in altri settori, come l’automotive, il connecting fluid e lo sport.
LA PICCOLA OFFICINA
L’azienda è nata dall’idea di Dino Giusti, un imprenditore che dopo esperienze in altre realtà locali ha fondato la sua impresa partendo, come molti, da una piccola officina in affitto. Ora gli stabilimenti in Italia e Romania si estendono su una superficie totale di circa 23.000 metri quadrati coperti. «Continuiamo a presentare nuovi brevetti ogni anno, unendo la creatività all’evoluzione tecnologica con l’inserimento in azienda di sistemi evoluti di progettazione (cad 2D-3D, simulatori di prodotto e di attrezzature, prototipazione rapida). Tecnologie che consentono di proporre a molteplici settori merceologici dei processi di re-ingegnerizzazione di prodotti standard secondo nuovi modelli di lavorazione (sbozzati di stampaggio a freddo e finitura di lavorazioni meccaniche), con risparmio di tempi e scarti per il cliente», ha spiegato Dino Giusti. Gi.Di. Meccanica non è solo leader nella produzione delle leve e meccanismi per gli scarponi da sci ma è anche l’unica azienda al mondo che utilizza la tecnologia dello stampaggio a freddo per la realizzazione di tutti i componenti principali delle leve. Grazie a flessibilità e la diversificazione in azienda è presente anche un reparto di attrezzeria che svolge differenti funzioni: dalla realizzazione di stampi e attrezzature a quella di prototipi e piccole serie produttive fino alla quella di stampi e macchine di lavorazione per i fornitori esterni, diventati ormai partner strategici dell’azienda.
lo stampaggio
«La scelta fatta 15 anni fa di utilizzare le sinergie dei due reparti è stato un altro punto di svolta importante. Poche realtà infatti possono vantare di lavorare prodotti stampati a freddo considerati non adatti alle lavorazioni meccaniche», spiega Dino Giusti, «il vantaggio sta nel fatto che con lo sbozzato iniziale di stampaggio si cerca di ottenere un prodotto il più vicino possibile al prodotto finito. La successiva fase di lavorazione serve per raggiungere un dettaglio e tolleranze centesimali che altrimenti non sarebbero ottenibili. La combinazione di queste due tecnologie è poco diffusa in Italia e i nostri principali competitors sono tedeschi». —
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