Fervet, sesta asta a prezzo stracciato Ora vale un milione

L’area di 92 mila quadrati di Borgo Padova all’incanto A scoraggiare gli acquirenti ci sono le spese della bonifica
DeMarchi Castelfranco azienda Fervet
DeMarchi Castelfranco azienda Fervet

CASTELFRANCO. Fervet all’asta per la sesta volta, prezzo di partenza un milione e 150 mila euro, uno “sconto” di oltre 500 mila euro rispetto all’ultima volta che lo stabilimento era stato proposto all’incanto. Con questa offerta si spera che finalmente possa trovare un acquirente l’area di 92 mila metri quadrati ai piedi del cavalcaferrovia di borgo Padova. L’appuntamento è per il prossimo 10 aprile nello studio notarile Baravelli Bianconi Salice di Treviso. Il prezzo è drasticamente ridotto rispetto a quello della prima asta: era il 2015 e si partiva da 5 milioni di euro. Già all’epoca poteva essere considerato un affare, in quanto le perizie effettuate hanno stabilito un valore di 7.489.000 euro per i beni immobili e di 569.000 per quelli mobili strumentali. Il valore complessivo sarebbe di 8 milioni di euro. Tuttavia il prezzo base d’asta era stato ribassato di 3 milioni di euro, ovvero del costo necessario all’acquirente per le operazioni di bonifica. Ma nessuno aveva fatto offerte, così come nelle successive aste, dove il prezzo di volta in volta era stato ribassato di un milione di euro. Nel solo 2016 si era passati da 4 milioni a 2 milioni e 650 mila. A pesare quei tre milioni necessari per la bonifica. Nel 2017 il curatore fallimentare Dino Biasotto aveva proceduto a una nuova stima: con un milione la situazione poteva essere risistemata. Il prezzo d’asta era stato fissato per il 28 giugno a 3 milioni 219 mila euro, ma ancora nessun acquirente. L’ultimo tentativo, il quinto, nel dicembre scorso con una offerta che andava oltre al dimezzamento, ovvero un milione e 650 mila euro. Ma ancora nulla da fare: ora ci si riproverà il 10 aprile. È dal 2013, ovvero cinque anni, che si attende un futuro per l’area della Fervet dopo la dichiarazione di fallimento di questa realtà nata 110 anni fa a Bergamo come Fabbricazione E Riparazione Vagoni E Tramway e che aprì lo stabilimento castellano nel 1908. La società avviò altri stabilimenti in Italia, ma negli anni ’90 li chiuse, concentrando tutto a Castelfranco. Nel 2002 costituì il consorzio Corifer, assieme a Magliola Antonio & figli spa e poi con le Officine Ferroviarie Veronesi spa e Rail Services International spa. Il tracollo aziendale iniziò nel 2009 quando una grossa commessa (900 carrozze) venne tagliata a metà senza preavviso da Trenitalia. L’azienda si ritrovò senza lavoro da svolgere e senza liquidità: tutto era stato impegnato per comprare materiali per l’appalto. I dipendenti (200 tra impiegati e operai) vennero messi in cassa integrazione, poi licenziati.

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