Fatture false per 2 milioni Concessionario a processo

ASOLO. È accusato di aver emesso fatture per operazioni inesistenti. Una montagna: valore oltre un milione e mezzo di euro nel 2006, altri 776 mila euro l’anno precedente. Alberto Busnardo, amministratore della “System Car” di Asolo, è finito a processo per violazione dell’articolo 8 del decreto legislativo 74 del 2000. In caso di condanna rischia una pena severa: da un anno e sei mesi a sei anni, come previsto per «chiunque, al fine di consentire a terzi l’evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto, emette o rilascia fatture o altri documenti per operazioni inesistenti».
A beneficiare delle false fatture, secondo la Procura, sarebbe stata Cristina Titotto, il cui nome è già finito al centro di vicende giudiziarie relative alle auto. Di recente la trentenne ha patteggiato una pena a otto mesi e 20 giorni per una vicenda di auto “fantasma” dietro una truffa da oltre tre milioni di euro. I soldi venivano pagati dalle assicurazioni dopo le finte denunce di furto di auto in realtà già rottamate. Verissima la truffa, altrettanto le pene: hanno patteggiato in dodici, con pene che vanno dai cinque mesi a un anno e dieci mesi. Nella vicenda era finito anche un nome noto soprattutto ai lettori di rotocalchi di gossip: Luca Dorigo, ex “tronista” televisivo ed ex fidanzato di Melita Toniolo. A capo della banda, il vicentino Paolo Stevan, la pena maggiore: un anno e dieci mesi di reclusione. Le indagini erano state condotte dalla Guardia di finanza. La contestazione per gli imputati era quella di aver gestito o partecipato a un traffico di vetture di lusso esistenti solo sulla carta, e di aver raggirato società di leasing e compagnie di assicurazione. Questo il meccanismo della truffa: due società con sede nella Repubblica Ceca vendevano in Italia auto-fantasma (già rottamate all'estero perché distrutte in incidenti stradali, oppure circolanti negli Stati Uniti). Gli acquirenti (privati o ditte) immatricolavano le vetture, con la complicità di funzionari della Motorizzazione, presentando documenti fasulli. Le auto venivano poi cedute a ignare società di leasing trasmettendo soltanto i documenti, senza il passaggio materiale del mezzo. A quel punto un privato, complice dell’organizzazione, prendeva l’auto in leasing per denunciarne alcuni mesi dopo il furto. Furto in realtà mai avvenuto: la vettura extralusso non era mai esistita.
Le due vicende sono intrecciate: alla prossima udienza del processo a carico di Busnardo sarà chiamata a testimoniare proprio Cristina Titotto. In realtà si sarebbe dovuta presentare già ieri: la prossima volta, per sicurezza, il giudice ha disposto che siano i carabinieri ad andare a prenderla a casa e accompagnarla in tribunale.
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