False vaccinazioni a Treviso, i test del ministero incastrano la Petrillo

TREVISO. Emanuela Petrillo, l’assistente sanitaria accusata dall’azienda sanitaria di non vaccinare i bambini, deve spiegare molte cose. Da ieri ne ha una in più: come sia possibile che anche i test effettuati dal ministero su campioni di sangue prelevati su altri bambini che a Treviso erano stati vaccinati da lei, abbiano dato esito negativo.
E' arrivata infatti da Roma la documentazione relativa alla campagna di confronto effettuata a maggio su 76 bambini scelti selezionando 30 ex pazienti che erano stati vaccinati dalla Petrillo, e altri 46 bimbi tra quelli vaccinati nello stesso periodo e con le stesse partite di vaccino da altri colleghi della Petrillo.
L’esame era stato avviato dall’Usl2 dopo lo scoppio dello scandalo, dopo la denuncia ai danni dell’assistente sanitaria, e dopo la riapertura dell’inchiesta disposta dalla Procura di Treviso. Di fatto l’azienda sanitaria ha voluto ripetere il test fatto internamente in aprile quando – paragonando 26 bimbi vaccinati dalla Petrillo con 21 che avevano fatto la profilassi con altri assistenti – scoprì che 21 bimbi su 26 “della Petrillo” non presentavano tracce di antigeni nel sangue. Di fatto non risultavano vaccinati.
Il nuovo test è stato effettuato con la supervisione dei carabinieri del Nas, seguendo procedure nette, e prelevando tre fialette di sangue ad ogni bimbo. Di queste fialette una partita è stata inviata a Roma, una è stata mantenuta come campione, una terza è stata “sequestrata” dalla Procura per effettuare un incidente probatorio all’attenzione dei tecnici dell’Usl2 e della difesa.
Bene, il ministero della Salute ha inviato all’azienda sanitaria i risultati. Per l’Usl2, assistita dall’avvocato Fabio Crea, è stata la conferma dell’accusa sostenuta fino ad oggi, e per lo stesso motivo anche un gran sospiro di sollievo.
I bambini vaccinati dalla Petrillo ai quali è stato prelevato un campione di sangue erano 30, solo su 3 sono state trovate tracce di antigene: uno ogni dieci. «Cosa facevo, sceglievo i bambini?» incalzò la Petrillo davanti alle prime accuse mosse le dall’Usl2. Dovrà rispondere, perchè degli altri 46 bambini vaccinati dalle sue colleghe 45 sono risultati vaccinati, solo uno non presentava tracce di profilassi, possibilità ammessa dalla medicina.
Ora le prove in mano all’azienda sanitaria sono due, e pesanti. E parliamo solo del caso Treviso, basta infatti allargare lo sguardo e vedere quanto accaduto nell’azienda sanitaria friulana dove Emanuela Petrillo lavorava prima di arrivare alla Madonnina di Treviso per capire che all’accusa non manchino elementi.
Lì, a seguito dello scandalo scoppiato nella Marca, l’azienda sanitaria ha deciso di richiamare 7000 mila bambini avendo accertato con un test campione che molti pazienti della Petrillo non risultavano avere tracce di profilassi nel sangue.
Adesso la palla alla difesa, che si era già detta pronta a contestare i prelievi del test di confronto fatti dall’azienda sanitaria; ma passa soprattutto alla Procura che deve effettuare l’accertamento tecnico irripetibile sui campioni di sangue “sequestrati”, l’atto che potrebbe mettere la parola fine al dibattito sulla veridicità degli esami, ma soprattutto sulla veridicità dei risultati.
Oggi si conclude la campagna vaccinale straordinaria fatta dall’azienda sanitaria per archiviare definitivamente il caso Petrillo richiamando i bambini e gi adulti che non avevano risposto alla prima convocazione di maggio.
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