Fallisce, creditori convocati dopo 14 anni

ASOLO. Ditta metalmeccanica fallisce nel 1999. Ai creditori arriva la comunicazione solo dopo 14 anni. Ora la procedura fallimentare si avvale della pec ( la posta elettronica certificata), arrivata in questi giorni nella casella dei creditori a distanza di 14 anni dalla dichiarazione di fallimento. È la lentezza della burocrazia che invece di smaltire le pratiche le imbavaglia. «È assurdo», dichiara Marino Marini, presidente della Cna Asolo che è tra i creditori, «È inconcepibile che dopo così tanto tempo non sia ancora stato chiuso il fallimento». L’azienda metalmeccanica Serena con sede a Maser ha chiuso i battenti nel 1999. Da quel momento i creditori avevano fatto di tutto per farsi saldare quello che spettava loro. Tra questi c’è anche l’associazione di categoria degli artigiani che dalla ditta avanza 10 milioni delle vecchie lire. Il 31 maggio scorso è arrivata la lettera del curatore fallimentare ai creditori che comunica tramite posta certificata il fallimento dell’azienda e richiede sempre via posta elettronica l’indirizzo pec dei creditori. Insomma dopo 14 anni il procedimento di riscossione dei crediti non è stato ancora chiuso. Il presidente della Cna di Asolo è incredulo davanti alla lettera firmata dal curatore del fallimento. «Sono passati 14 anni e la procedura fallimentare non si è ancora conclusa, i creditori non hanno avuto quello che spettava loro», sottolinea Marini, «Questo episodio, capitato alla Cna di Asolo, la dice lunga sull’affidabilità del sistema della giustizia civile in Italia. Un macigno sulla competitività del Paese. Uno dei motivi per cui non attiriamo investitori dall’estero, terrorizzati dalla possibilità di finire nei gironi infernali dei nostri procedimenti giudiziari. Per questo non stupiamoci se poi qualcuno preferisce farsi giustizia da solo». Secondo la legge italiana, il curatore fallimentare sotto la vigilanza del giudice e del comitato dei creditori ha l’amministrazione del patrimonio fallimentare. «Una giustizia civile, lenta e inefficace mina alla radice il sistema economico, comporta una perdita pazzesca di competitività per le aziende e per il sistema Paese, è un freno alla crescita», commenta Marini, «Una giustizia civile, lenta e inefficace incoraggia i furbi e i malintenzionati e scoraggia gli onesti a fare impresa onestamente, perché si sentono, e di fatto lo sono, sempre più vulnerabili». In media un procedimento civile legato all’inadempimento contrattuale in Italia dura 1.200 giorni contro i 400 della Francia e Germania o i 500 della Spagna e Olanda. E per la Cna la riforma della giustizia civile è una delle priorità per la crescita economica. «Le catene di crediti insoluti portano disastri anche per chi è sano economicamente», conclude il presidente, «Vorremmo che il dibattito sulla giustizia in Italia non ruotasse intorno alle grane giudiziarie dell’ex premier, ma che le forze politiche si confrontassero su una riforma seria della giustizia civile partendo dai problemi concreti dei cittadini».
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