«Dopo quattro furti dormo in azienda»

All’indomani del colpo il titolare della Piasentin Group, Claudio, vigila sul magazzino tutte le notti: «Se tornano sono guai»
Di Francesca Gallo

VITTORIO VENETO. Dopo quattro furti, imprenditore esasperato passa le notti nel magazzino della sua azienda. «Ora basta, sto vigilando, li sto aspettando», dice a muso duro Claudio Piasentin, 43 anni, titolare della Piasentin group di San Giacomo di Veglia.

Venerdì notte i ladri gli hanno ripulito il magazzino edile di via del Cimitero. Un colpo “chirurgico” da parte di professionisti che sapevano esattamente cosa prendere e per questo ancora più inquietante. «È la quarta volta che ci prendono di mira», sbotta Piasentin, «ora mi sono veramente scocciato. Se li becco di nuovo nella mia azienda questa volta saranno guai». E tanto per far capire che fa sul serio, lascia intendere che il magazzino è sotto controllo, anche a costo di passare qualche notte tra i camion e i mezzi parcheggiati. «Potrebbero tornare a prendere quello che hanno risparmiato», aggiunge, «magari questa volta l'attrezzatura pesante. Ciò che hanno rubato non lo rivedrò più, la refurtiva avrà già varcato i confini dell'Italia». Ad alimentare rabbia e preoccupazione, la serie di furti messi a segno contro aziende nel triangolo San Giacomo di Veglia, Colle Umberto e Cordignano. Analizzando i vari colpi non emerge uno stile unico, è quindi probabile che si tratti di bande diverse. Da una parte i ripetuti furti di gasolio nel cantiere dell’Impresa Tonon sul Menarè, nell’azienda agricola Vignarosa a San Martino, alla Casagrande e ai danni dell’autotrasportatore Renato Cellot a Cordignano. Dall’altra i furti di attrezzature come nel caso dei gruppi elettrogeni trafugati ancora alla Vignarosa nella sede di Pinidello e l’ultimo colpo alla Piasentin Group.

«Sapevano quel che facevano, è gente avveduta», dice l'imprenditore, «hanno rubato la minuteria non codificata, lasciando invece quella più pesante e con i codici, quindi facilmente identificabile. La banda è entrata dalla parte sul retro dove c'erano cumuli di materiale inerte accatastato. Sapevano quindi anche da parte entrare». I malviventi hanno agito a colpo sicuro approfittando dell'impianto di videosorveglianza fuori uso per il maltempo. «Per fortuna nel magazzino avevamo attrezzatura per così dire “jolly”», si consola Piasentin, «molti dei nostri utensili sono nei cantieri in giro per l'Italia e all'estero. Se fosse stato tutto nel magazzino di San Giacomo ci avrebbero messo in ginocchio con l'attività».

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