Diaconu, debiti di gioco dietro il suicidio

MOTTA DI LIVENZA. Il vizio del gioco, i debiti accumulati, sarebbero alla base del suicidio di Iulian Claudiu Diaconu, neo gestore della pizzeria ex Dalle Nogare, che aveva appena vinto il bando per l’accoglienza di 15 migranti arrivati lunedì pomeriggio a Malintrada. All’origine del gesto estremo, secondo quanto appurato dai carabinieri della Compagnia di Conegliano, non centrerebbero quindi nulla nè l’accoglienza dei migranti nè il sit-in di protesta organizzato martedì dai cittadini di Malintrada con l’amministrazione comunale. Nato il 22 giugno 1968 a Constanta, in Romania, Diaconu viveva in Italia da molti anni e aveva la residenza a Gemona del Friuli.
L’uomo aveva tre figli che attualmente vivono a Spilimbergo. Giovedì pomeriggio verso le 17.30 la drammatica scoperta: il pizzaiolo, dipendente di Diaconu, era giunto al locale per cominciare il suo turno di lavoro, ma nei locali sul retro ha ritrovato il corpo ormai senza vita del suo titolare. Immediata è scattata la telefonata ai carabinieri giunti in forze sul posto per tutti i rilievi del caso. Dalle prime indagini è emerso che Diaconu avrebbe avuto il vizio del gioco che negli anni lo aveva rovinato. L’ultimo episodio risalirebbe a non molto tempo fa: in una sola serata avrebbe perso una forte somma giocando in una sala slot dell’Opitergino. Il forte stress per i debiti di gioco lo avrebbero indotto al gesto estremo. Da quanto riportato dalle forze dell’ordine sembra che ci avesse già provato quattro mesi fa, ma all’ultimo era stato salvato. Diaconu era a Motta solo da un paio di settimane: aveva preso in gestione il locale Dalle Nogare dallo scorso 26 settembre, riaperto come pizzeria da asporto, e da lunedì scorso si è scoperto che aveva preso in gestione anche le camere dell’ex albergo, situate al piano superiore rispetto alla pizzeria, con le quali aveva partecipato al bando della prefettura per l’accoglienza dei migranti. Lunedì pomeriggio erano arrivati 15 migranti, martedì sera i cittadini avevano organizzato un sit-in di protesta pacifica all’esterno del locale, mercoledì il sindaco aveva scritto al prefetto lamentando, tra le altre cose, come Diaconu avesse chiesto i permessi per il bar-pizzeria ma non per un’attività di albergo o di affittacamere, ritenendolo quindi un albergatore abusivo. Giovedì pomeriggio il gesto estremo dell’uomo. Il sindaco Paolo Speranzon, accorso sul posto alla notizia del suicidio, ha innanzitutto espresso il suo cordoglio per la tragedia avvenuta e poi si è immediatamente preoccupato per la situazione dei migranti ospitati nelle camere dell’albergo che quindi ora restano senza chi doveva occuparsi di loro. Speranzon si è messo in contatto con la prefettura di Treviso che ha in gestione i migranti per capire come intenda muoversi. Mentre la prefettura valuta il da farsi, i migranti restano a Malintrada. (c.st.)
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