Cinema, al The Space di Silea bigliettaio sanzionato perché antipatico al cliente

Lavoratore di The Space accusato via e-mail di essere stato scortese e lento L’Ispettorato del lavoro annulla la lettera di richiamo: è basata solo su sensazioni
DORO AG.FOTOFILM SILEA PRIMA DEL FILM STAR WARS
DORO AG.FOTOFILM SILEA PRIMA DEL FILM STAR WARS

TREVISO. Un addetto del cinema The Space di Silea è stato sanzionato con una lettera di richiamo dal direttore perché, secondo un cliente, sarebbe stato «scortese». In una mail infuocata spedita ai vertici dell’azienda, infatti, l’avventore del cinema ha accusato l’uomo - impegnato contemporaneamente al bar del cinema e alla biglietteria - di non essere stato abbastanza premuroso e affabile.

E l’azienda, secondo la ricostruzione di Cgil, ha creduto a ogni parola. Un comportamento inaccettabile, quello del datore di lavoro, secondo il sindacalista che ha seguito la vertenza, Nicola Atalmi (Slc Cgil), capace poi di far annullare la sanzione dall’Ispettorato del lavoro condannando l’azienda a pagare le spese legali.

la storia

Al The Space di Silea da almeno un anno c’è agitazione tra i lavoratori perché, complice la “razionalizzazione” dei costi, gli addetti sono costretti a svolgere due mansioni in una: la cassa unica accorpa il bar e la distribuzione dei biglietti.

Secondo la ricostruzione di Atalmi, quindi, il cliente sarebbe arrivato in ritardo e si sarebbe spazientito nell’attesa per avere bibite, patatine e biglietti, accusando l’addetto di essere stato poco cortese e di aver volutamente rallentato il lavoro per impedirgli di godersi l’inizio del film.

Contestazioni messe nere su bianco in una mail spedita il giorno dopo e, sempre secondo Cgil, prontamente recepite dall’azienda, che ha deciso di inviare una lettera di richiamo al dipendente, reo di aver fatto innervosire un cliente del cinema. Senza aver appurato i fatti, accusa il sindacato, e senza soprattutto che la contestazione avesse un fondamento “scientifico”, ma si basasse soltanto sulle sensazioni del cliente.

il ricorso

Il lavoratore si è rivolto a Cgil, che prima ha tentato una mediazione con l’azienda e poi ha impugnato la sanzione all’Ispettorato del Lavoro. The Space, che ha sede a Roma, spedisce all’Ispettorato per due volte il dirigente del personale, ma alla fine soccombe. L’Ispettorato del lavoro annulla la sanzione e condanna l’azienda a pagare le spese legali.

Per tutta la durata del procedimento il dipendente ha continuato a lavorare per il cinema, e non sono mai arrivate altre segnalazioni di comportamenti irrispettosi o «poco cortesi» da parte sua. Nel merito della vertenza l’azienda, contattata ieri, non ha ancora risposto, complice la giornata festiva.

«servono verifiche»

Secondo Cgil il caso del lavoratore di Silea è emblematico dei tempi che corrono, con attività messe in ginocchio da recensioni su TripAdvisor scritte sull’onda dell’emotività, addetti allo sportello accusati di indolenza da un post su Facebook, lavoratori messi nei guai dalla gogna sui social. In questo caso, inoltre, mancavano «verifiche su quanto è successo, non è stato indicato con chiarezza quali sarebbero stati i comportamenti censurabili».

Ma soprattutto, sottolinea Atalmi, «il datore di lavoro non può basarsi solo su umore e sensazioni del cliente. Se facessimo passare il precedente che per una recensione negativa su TripAdvisor, una mail di protesta, un post su Facebook un lavoratore può essere sanzionato, allora sarebbe un bel problema per tutti». 

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