Caso Basso, sos di Bottacin a Zaia

«Evidente sistema di nomine incrociate, quello di Sernagiotto è un pollaio: intervenga il governatore»

Non si placa la bufera sulla nomina di Michele Basso, ex sindaco di Meolo e genero dell’europarlamentare Remo Sernagiotto (Forza Italia), a difensore civico della Provincia di Venezia. Nomina decisa pochi giorni or sono da Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia di Venezia, ente andato a «morire» per legge, proprio mentre Zaccariotto diventava direttrice della casa di riposo di Montebelluna.

Il più caustico è Diego Bottacin, consigliere regionale del gruppo misto. Parla di «pollaio di Sernagiotto», di «evidente sistema di nomine incrociate», e sollecita l’intervento di Zaia. «Fa tanto il moralizzatore, Zaia, ma solo a parole, perché non interviene mai e lascia che tutto scorra: nessuno sentiva il bisogno di un difensore civico di una provincia defungenda», attacca l’esponente di Verso Nord, «nel 2013, dopo che era emersa la rete degli amici di Sernagiotto nelle Ipab venete, chiesi di conoscere cariche, nomi, e parentele negli organigrammi delle Ipab. Mi risposero che non era possibile per la privacy....ora cosa diranno? Ricordo che le Ipab dipendono dalla Regione, come sostiene Marzio Favero, sindaco di Montebelluna e leghsita che stimo, tanto che mi stupisco sia finito in questo gioco incrociato. Zaia eserc iti tutte le sue prerogative». Bottacin muove dal caso Michele Basso, ma risale ad altre vicende che hanno visto protagonisti uomini e donne dell’entourage dell’ex assessore regionale di Forza Italia, oggi a Strasburgo. «Sernagiotto è specialista di questi scambi politici, appoggia la Lega nelle elezioni locali e in cambio viene premiato con nomine quantomeno imbarazzanti», continua, «quello che succede oggi con la Zaccariotto è lo stesso film visto a Mogliano, quando Sernagiotto aveva appoggiato Azzolini, e poi aveva ricevuto le sistemazione di Annalisa Basso».

E qui l’ex sindaco di Mogliano, oggi vicino a Scelta Civica, apre un file: «Vogliamo ricordare come andò con Annalisa Basso? Entrò in Regione Veneto con la qualifica di educatrice, poi venne nominata commissario delle Regione con ruolo estipendio dirigenziali senza passare alcun concorso. La Regione eccepì sui suoi requisiti, e Sernagiotto la nominò commissaria al Gris, e poi grazie allo scambio politico con il sindaco Azzolini divenne direttore del Gris, incarico che non avrebbe potuto ricoprire se non avesse avuto una precedente carica equiparata a dirigente. Oggi firma persino i bilanci dell’ente... siamo fuori da ogni grazia di Dio».

Nell’ultimo scampolo di legisaltura, Bottacin annuncia una sorta di «grande albero», con le nomine che hanno riguardato l’entourage di Sernagiotto. «Sulla legittimità rispetto alla legge e alle regole non devo pronunciarmi io, ma è acclarato da anni, in Veneto, questo sistema dove gli amici di..., se non sono nominati, vincono i concorsi. Una politica sana fa sì che non possa sussistere nemmeno il minimo sospetto, qui siamo al familismo più sfrenato, da basso impero».

Le polemiche, sul caso, sono rimbalzate da Venezia a Montebelluna, dove Gloria Sernagiotto, figlia di Remo e consorte di Michele Basso, è presidente del consiglio comunale. L’ex assessore Tiziana Favero, oltre a sollevare perplessità sul concorso vinto da Zaccariotto, ha chiesto a Gloria Sernagiotto di lasciare l’incarico di primo consigliere «per decenza». (a.p.)

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