Caos blocchi antismog: in provincia di Treviso ogni Comune ha regole diverse

Treviso segue i limiti regionali. Regolamenti a sé per Conegliano, Castelfranco e Montebelluna Nell’hinterland e negli altri municipi di Marca ancora nessun limite alle auto di qualunque tipo .
de wolanski agenzia fotofilm treviso cartelli blocco traffico in città per inquinamento
de wolanski agenzia fotofilm treviso cartelli blocco traffico in città per inquinamento

TREVISO. I capoluoghi di provincia della Regione hanno fatto asse – per una volta – allineandosi tutti sulla stessa ordinanza anti-smog. Già di per sé un miracolo vista la gestione in ordine sparso che ha sempre contraddistinto gli anni passati. E fatto salvo chi (come Treviso) è arrivato in ritardo nell’applicazione dei divieti perché non aveva tenuto conto dei tempi per realizzare i segnali stradali, dal primo ottobre tutti i “big” della Regione hanno avviato le limitazioni disposte da Venezia. Ma gli altri? Un po’ alla rinfusa e con molti distinguo. Risultato? Se in una giornata si volesse fare il giro della provincia non basterebbe un manuale d’istruzioni.

TEMPI DELL’ORDINANZA. Vale fino al 31 marzo 2019 (eccetto il periodo dal 17 dicembre al 6 gennaio), dal lunedì al venerdì esclusi festivi, dalle 8.30 alle 18.30.
 
LIVELLO VERDE. Stop a vetture private e a veicoli commerciali benzina Euro 0 o 1, diesel privati fino a euro 3 e ai ciclomotori e moto euro 0. 
 
LIVELLO ARANCIONE. Scatta con Pm10 fuorilegge per 4 giorni consecutivi. Ai divieti del livello verde si aggiunge lo stop ai veicoli privati a diesel euro 4, e ai commerciali diesel euro 3. Le fasce orarie del divieto restano invariate. 
 
LIVELLO ROSSO. Scatta dopo 10 giorni consecutivi fuorilegge. I divieti del livello arancione vengono estesi ai veicoli commerciali diesel euro 4.
 
CORRIDOI E LE DEROGHE. Il provvedimento prevede una lunga lista di deroghe: agli over 65 in primis, ai veicoli con targa estera o per quelli che si recano all’aeroporto Canova. Accessibili via Noalese per raggiungere l’aerostazione e i parcheggi, Terraglio per la stazione ferroviaria e delle corriere, e la via di accesso al Ca’ Foncello. 


I comuni medio grandi

Nella Marca, dopo Treviso, anche Conegliano, Castelfranco e Montebelluna hanno emanato ordinanze anti smog sulla falsariga di quella del capoluogo e degli altri grandi Comuni della Regione essendo sopra i 30 mila abitanti. Non l’hanno fatto Oderzo e Vittorio Veneto, sotto i 30 mila. Lo faranno? Probabile, ma la data ancora non c’è. E come? Chissà. Perché anche tenendo conto dei tre Comuni che hanno dato il via alle limitazioni, ognuno l’ha fatto con distinguo. A Conegliano stop alle auto sì, ma solo per quelle “maggiorenni”, ovvero con più di 18 anni. E nessun limite alle diesel Euro 3. Castelfranco? Il sindaco Marcon spiega: «La città non ha un circuito di trasporto pubblico locale urbano», quindi niente limite alle diesel Euro 3 o 4. Caso a sé Montebelluna dove l’area “no-smog” che è solo quella del centro storico, e il divieto di circolazione nei giorni feriali dalle ore 8.30 alle 12 e dalle ore 15 alle 18. 30 (a Treviso non c’è la finestra 12-15) riguarda i ciclomotori a due tempi di classe euro 0, motoveicoli di classe euro 0, autoveicoli alimentati a benzina di classe euro 0 ed euro 1 e tutti i veicoli diesel di classe fino a euro 2 compreso.

hinterland libero, ma per quanto?

L’anno scorso ci sono stati comuni che hanno siglato l’ordinanza “no-kat” a gennaio, mentre il capoluogo l’aveva già attiva da tre mesi. Quest’anno? Pare si procederà ancora in ordine sparso, sulla base di priorità diverse, o di sensibilità diverse. Casier con Preganziol faranno le limitazioni insieme, nei prossimi giorni, sulla linea guida della Regione «e pensando a tutelare la mobilità degli anziani». Silea: «Pronta nei prossimi giorni, ma continuo a dire che sarebbe molto più incisivo pensare al riscaldamento», dice il sindaco Rossella Cendron. Villorba pare intenzionata a non fare nulla, «con la Pontebbana nel mezzo della città». E difficile dargli torto. L’uniformità? Una chimera.

Gli automobilisti già furiosi

Effetto di questa esasperatissima situazione a “macchia di leopardo”? I sonori mal di testa degli automobilisti che per lavoro o per necessità si devono spostare di comune in comune magari partendo da Treviso (dove per sapere quale livello di divieto è scattato un comune cittadino deve anche tenersi aggiornato con i dati Arpav), per passare attraverso più piccoli Comuni dove il traffico è libero, per poi finire altrove, dove magari il divieto c’è ma solo a fasce orarie, per determinati tipi di auto e così via. 


 

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