Ca’ Sugana, la svolta «Accordi disattesi e ombre inquietanti»

TREVISO. «La ricostruzione dei documenti sul passaggio dei profughi, Quinto alla caserma Serena desta molta preoccupazione. Ci sono contorni inquietanti non è accettabile alcuna ombra o sospetto, nemmeno l’alone. Ci appelliamo al prefetto per sgombrarli E come amministrazione di Treviso ribadiamo che la Serena non può diventare un hub: gli accordi non erano questi. Lì non ci va». Parla il vicesindaco Grigoletto, dopo aver letto la ricostruzione documentale fornita dal nostro giornale ieri, ma è come se lo facesse il sindaco Manildo.
È un avviso al prefetto Lega e a tutte le altre istituzioni. La giunta di Treviso rispetta competenze e responsabilità, e il ruolo del prefetto. Ma non accetta i 400 migranti alla Serena, né l’uso dell’immobile militare, e chiede, anzi, testuale «pretende» di fare luce su tutti gli aspetti gestionali e documentali dell’affidamento diretto a Nova Marghera e Xenia.
Non sarà un «adesso basta», ma poco ci manca. Disponibilità e pazienza sono in riserva: Manildo & Co. ritengono che siano stati cambiati patti e intese a suo tempo raggiunte, con l’ex prefetto Maria Augusta Marrosu prima e poi con l’attuale prefetto Laura Lega.
Grigoletto è deciso: «Siamo allarmati, lunedì il tavolo politico della maggioranza si è riunito, pretendiamo dal prefetto risposte molto chiare ed esaustive sul numero dei profughi oggi alla Serena, così come sulla convenzione in affidamento diretto a favore di Nova Marghera e Xenia. E chiediamo vengano da subito accelerate le procedure per smistare i richiedenti asilo, non si può stare fermi mesi e mesi».
«E pretendiamo», ha subito aggiunto con molta fermezza, «di sapere veramente cosa succede là dentro, è inammissibile che si vieti l’accesso ai sindaci o a rappresentanti della Polizia locale, o che questi debbano chiedere il permesso. Rispettiamo le prerogative dello Stato, il bene è demaniale, ma i sindaci hanno prerogative e responsabilità che devono poter esercitare, avendo le necessarie conoscenze. Come amministratori dobbiamo poter rispondere ai cittadini che fanno domande, abbiamo il diritto e il dovere di sapere».

E il vicesindaco ha insistito, con altre domande: «Sono svolte, alla Serena, tutte le attività chieste dalla convenzione? Vediamo tanti profughi in giro, alcuni arrivano anche in città... non possiamo non sapere, o venir fermati all’ingresso. Da settimane chiediamo di poter conoscere atti, numeri, ma non abbiamo mai avuto risposta dalla prefettura. E gli atti li abbiamo visit sui giornali...». Intanto, Said Chaibi, capoguppo di Sel, chiede l’immediata convocazione della commissione consiliare welfare, per discutere del caso Serena. E al contempo invita il prefetto «ad aprire subito un tavolo con istituzioni, enti locali e tutte la associazioni impegnate nell’accoglienza dei profughi, che siano onlus, cooperative o società, propedeutico a costruire relazioni con le realtà che operano nel nostro territorio. Si deve fare chiarezza subito sull’accoglienza dei migranti nella Marca». E spiega: «Sui giornali leggo un focus su alcune realtà, ma va fatta su tutte le realtà del territorio». Si aprono altri fronti?
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