Boati e microscosse in calo, ma il radon c'è

Sotto controllo la concentrazione del gas precursore. Gli esperti: «Per ora siamo tranquilli»
Veduta del Fadalto con l’incombente viadotto autostradale accanto il sindaco Da Re e Roberto Tonellato (protezione civile)
Veduta del Fadalto con l’incombente viadotto autostradale accanto il sindaco Da Re e Roberto Tonellato (protezione civile)
 
VITTORIO VENETO.
Una novità rassicurante. In Fadalto non ci sono incrementi di gas radon. Mentre stanno diminuendo le microscosse (346 all'altro giorno). E gli esperti sono sempre più convinti che le vibrazioni, collegate ai boati, non segnalano terremoti in arrivo. Ma i controlli continuano, perché l'area è di seconda categoria sismica, come l'Aquila.
 E' quanto emerso ieri nel corso della riunione tecnica svoltasi della Protezione Civile del Veneto, a Marghera, con il Centro di Ricerche Sismologiche dell'Istituto Nazionale di Oceanografie e di Geofisica Sperimentale. Il precedente vertice aveva impegnato i tecnici a misurare l'eventuale emissione di gas radon dal sottosuolo. Il gas è stato intercettato, ma non è in aumento, come si temeva. «Prosegue comunque la vigilanza - spiega l'ingegner Roberto Tonellato, della Protezione civile -. Il radon c'è. Vogliamo capire, attraverso altre misurazioni, se è davvero una presenza ingombrante». E i controlli continuano anche per quanto riguarda le microscosse. Dalle analisi dei dati si è perfezionata l'origine: in un'area del diametro di circa 1,5 km, centrata in prossimità di Fadalto Basso, con profondità ipocentrali che mediamente si aggirano tra i 500 ed i 600 metri (quindi non di un chilometro). «Ribadisco ancora una volta che i boati e le collegate micro vibrazioni sono una cosa, l'eventuale terremoto, che tutti non ci auguriamo, è un'altra - puntualizza Tonellato - e gli esperti non sono assolutamente in grado di dire se viene domani o fra 10 anni, o addirittura fra 100; di sicuro, statisticamente, tornerà». Per conto della Regione, l'Ogs continua a mantenere una rete di 7 stazioni di registrazione. Dal 18 febbraio si sono affiancate altre 5 stazioni installate dal Cesi per conto dell'Enel. Utilizzando una stazione collegata in tempo reale con la sede di Udine, il Crs ha attivato un sistema automatico di riconoscimento e segnalazione degli eventi via sms. «Le caratteristiche dei sismogrammi ed i dati di localizzazione tenderebbero ad escludere un qualche collegamento con la sismicità più profonda di origine tettonica, così come il collasso di cavità carsiche. Le ipotesi più verosimili rimangono quelle legate alla circolazione di acqua nel sottosuolo, quali colpi di ariete in condotti carsici o microsismicità indotta da variazioni dello stato di pressione delle rocce».

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