Assalito per gelosia, Giampy perde due dita

Pagotto subirà l’amputazione di mignolo e anulare sinistri. Il papà: «Ci facciamo coraggio a vicenda»

CONEGLIANO. La notizia che i familiari e gli amici di Gianpietro Pagotto temevano è arrivata dall’ospedale di Pordenone: alcuni danni subiti da “Giampy” la notte dell’aggressione sono irreparabili, e al 35enne di Scomigo saranno amputate due dita della mano sinistra, il mignolo e l’anulare. Quella mano che nella notte fra il 22 e il 23 dicembre Gianpietro aveva messo tra il suo volto e la roncola di Matteo Bottecchia, il 33enne di Colle Umberto che dopo averlo pedinato lo aveva atteso all’imbocco di via Aliprandi, a Conegliano, per aggredirlo e forse ucciderlo, colpevole soltanto di stare frequentando Marta Langero, l’ex compagna di Matteo. I medici fin dall’inizio non si erano sbilanciati sulle possibilità di recupero di Gianpietro, sottoposto a una lunghissima operazione. E un’altra operazione “Giampy” la dovrà subire nelle prossime settimane, ai tendini della mano sinistra. Insomma, un calvario destinato a durare ancora a lungo, e che segnerà il ragazzo, titolare e chef della bruschetteria di via Caprera a Vittorio Veneto, per tutta la vita. Chi non si è arreso in questi giorni è il papà, Maurizio Pagotto, che si è occupato anche della riapertura della bruschetteria prevista per oggi. «Ci facciamo coraggio a vicenda» racconta il papà «noi siamo un’àncora per lui, e lui lo è per i suoi genitori. Continuerà a occuparsi della bruschetteria, nella quale avrà un ruolo diverso, più manageriale». Oggi il locale riaprirà: era chiuso dal 22 dicembre, dal momento in cui Gianpietro e Marta (che lavorava lì) se n’erano andati e Matteo, appostato fra le auto in sosta, aveva deciso di seguirli fino a Conegliano. Oggi Marta non ci sarà, in bruschetteria (aperta dalle 9.30 di questa mattina) resteranno un cuoco assunto al posto di Gianpietro e una sua storica collaboratrice. L’ultima uscita pubblica di Marta, cioè i funerali del suo ex compagno Matteo (morto suicida dopo l’aggressione), era terminata con gli insulti urlati al suo indirizzo da una parente del defunto, stavolta la giovane ha preferito restare a casa con la sua bimba di due anni.(adp)

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