Appiani di Treviso, inizia la grana inquilini: le Entrate cercano un’altra sede

TREVISO. La Cittadella delle Istituzioni senza più Guardia di Finanza e Agenzie delle Entrate, ma potenzialmente senza anche altri spazi oggi occupati da uffici pubblici. Il problema preannunciatosi nei mesi scorsi si fa di giorno in giorno più concreto, anche con la possibilità che l’Agenzia delle Entrate lasci l’Appiani prima del previsto.
Il bando per una nuova sede
L’Agenzia ha infatti ripubblicato nei giorni scorsi l’avviso di ricerca di un immobile da adibire a nuova sede della Direzione Provinciale di Treviso. Si tratta di una operazione ordinaria, tesa a sondare il mercato in virtù dell’avvenuta scadenza (2020) del contratto di locazione che lega l’Agenzia alla Cittadella e in vista (da definire l’anno) del definitivo, futuro trasloco alla ex caserma Salsa.
Delle due l’una: o troverà un nuovo immobile adeguato alle esigenze e quindi traslocherà subito, o riceverà un’offerta dall’Appiani 1 (società partecipata da Fondazione Cassamarca che gestisce la Cittadella) che però – in virtù di una normativa varata dall’ex governo Monti – dovrà proporre l’affitto ridotto del 15%. Fino ad oggi – ed è chiaro anche il perché – Appiani non ha fatto proposte, ma rischiando: se arriverà un’altra offerta congrua, potrebbe infatti vedere svuotarsi anticipatamente la prima delle due torri nel grande complesso a nord-ovest del centro storico. Due torri che comunque è certo verranno sgomberate nell’arco di qualche anno.
Il trasloco «certo»
«Il trasloco alla Salsa» fanno sapere dalla direzione regionale delle Entrate, «non è in dubbio, ma non ha ancora una tempistica certa per via delle difficoltà nel dare una scadenza precisa alla grande opera di restauro all’interno dell’ex caserma, quindi nel frattempo cerchiamo alternative temporanee».
La Finanza, differentemente, resterà all’Appiani fino a che la nuova caserma nel vecchio complesso militare di Santa Maria del Rovere non sarà pronto. Ma c’è un altro inquilino che sta valutando di lasciare l’Appiani per il ritorno in città: Ca’ Sugana. L’amministrazione, dal piano di edificazione della Cittadella e da successivi accordi con Fondazione, ha incassato migliaia di metri quadrati di uffici nella Cittadella. Oggi vi ha posizionato l’ufficio tasse e tributi, l’ufficio elettorale, lavori pubblici e ambiente. I tributi li vorrebbe portare nella futura Camera di Commercio riqualificata, i lavori pubblici (e si dice anche l’ambiente) a Palazzo da Borso dopo il restauro. Si parla di un trasferimento tra una paio di anni almeno ma, come per Entrate e Finanza, la domanda è solo una: poi, che ne sarà dei vuoti alla Cittadella?
L’Appiani svuotato
Fondazione? Tace, non senza manifesta irritazione per una problematica che le si sta incendiando nelle mani anno dopo anno. La prima miccia accesa è stata infatti il rifiuto della Camera di Commercio di trasferirsi alla Cittadella lasciando piazza Borsa (un «no» che oggi è ormai granitico e oggetto di una causa legale), e ora si aggiunge il sempre più prossimo addio di finanzieri, uffici economici e pure del Comune.
«Tutto prematuro» si limitano a dire da Ca’ Spineda, ma il problema c’è e va risolto in fretta. Ca’ Sugana aveva annunciato la volontà di rimettere mano alla convenzione che stabilì come 146 mila metri cubi (su 236) dell’Appiani avessero funzione pubblica (modifica tutt’altro che indolore), ma ad oggi non ha ancora mosso legali o uffici.—
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